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Archivio per la categoria ‘Libri’

[Libri] “Nessuno è quello che dice di essere. Nessuno è quello che sembra…”

23 Febbraio 2009 2 commenti

Riprendo la categoria dei libri letti con Tokyo anno zero di David Peace, prima tappa di una triologia che narra e descrivere il Giappone attraverso dei casi di cronaca nera.
Il libro è ambientato tra il 1945 e il 1946 in una Tokyo e dintorni devastata dalla seconda Guerra Mondiale e dall’occupazione dei soldati americani.

Il protagonista del libro è Minami, un ispettore di polizia che non dorme senza calmanti che si procura sul mercato nero, che trascura la famiglia e i figli e si intrattiene con un’amante di nome Yuky. L’ispettore Minami, con  alcuni suoi "colleghi" è sulle tracce di un serial killer che agisce sempre con le stesse modalità e lo stesso fine: addesca ragazze in cerca di cibo o altri doni, le stupra, le massacra e le abbandona in parchi o boschi.

Lo stile narrativo è particolare. Nel testo sono infatti presenti delle onomatopee (ton-ton del rumore del martello e il tic tac -chiku-taku- dell’orologio) così come pensieri (nessuno è ciò che dice di essere) che continuano a ripetersi nel testo.

Il libro mi è piaciuto. Devo però ammettere che è stato difficile farmi una mia rappresentazione mentale del contesto all’interno del quale la trama del libro si snoda. Essendo un libro ambientato nel passato ed in un paese a me sconosciuto, mentre leggevo continuavo a chiedermi se la rappresentazione del contesto che mi ero fatto poteva essere minimamente plausibile.
Ma in fondo il bello dei romanzi è che lasciano spazio alla fantasia.


::Play list dei libri letti dall’ultima recensione sul blog::
– M. Carlotto & Mama Sabot, Perdas de Fogu
– J.G. Ballard, L’isola di cemento
– J.G. Ballard, Un gioco da bambini
– T. Terzani, Un altro giro di giostra (riletto)
– G. Pispisa, La terza metà

::Sul comodino::
– G. Bianconi, Mi dichiaro prigioniero politico
– M. Calabresi, Spingendo la notte più in là
– C Bonni, ACAB

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[Libri] Scirocco

19 Ottobre 2008 Commenti chiusi

Dall’ultima volta che ho preso mano al blog per scrivere qualche cosa è passato parecchio tempo. Non che non avessi niente da scrivere, anzi, di stimoli ce ne sono stati parecchi, ma mi è mancato il tempo materiale per provare a scrivere quello che volevo. O meglio, visto che non son proprio uno stakanovista, diciamo che mi sono dedicato ad altre attività, certemante non meno importanti come quella di riflettere senza per forza agire (tra l’altro l’ozio è una vera e propria arte…:))


In questo periodo ho letto e terminato "Scirocco", di Girolamo de Michele. Sono venuto a conoscenza di questo libro grazie ad uno scambio di consigli sulle proposte di letture fatte con afroditea nel suo appartamento nella banlieue parigina una notte durante il mio interrail estivo. Lo scambio di impressioni si è poi concretizzato in uno scambio di libri: Scirocco per Confine di Stato di Simone Sarasso.
Il libro mi è piaciuto molto, la trama è decisamente intrigante:
Un gruppo di amici sulle piste di un hacker ucciso e di una nave che non è mai dove deve essere. Scoprono un’Italia segreta e mefitica, dove tira scirocco, tutte le illegalità si toccano, tutti possono tradire e forse non c’è più scampo per nessuno. Un affresco totale che fonde thriller, noir e avventura.
Una trama che si snoda tra fatti e persone per nulla immaginari, come ad esempio Mustaki (nel libro Tore Gigante) compagno tarantino morto nel 2004 e del quale si trova traccia su peacelink.

Unico neo di questa mia lettura è stato il fatto di aver impiegato troppo tempo a leggere il libro (a causa di vari impegni c’ho messo quasi un mese…) e quindi non sono riuscito a cogliere le sfumature che una lettura "full immersion" avrebbe invece evidenziato valorizzandone ancora di più il contenuto.

 

::Altro::
di Girolamo De Michele ho letto pure questo bellissimo racconto sui fatti di Genova del 2001 e pubblicato su Carmilla on line
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[Libri] Nelle terre estreme

14 Agosto 2008 2 commenti


Capita raramente che mi metta a leggere dei bestsellers, ancora meno di leggere libri dopo aver visto il film che prende spunto proprio da queste storie. Mi è successo un paio di settimane fa con Arrivederci amore ciao di Carlotto da cui è stato tratto l’omonimo film diretto da Michele Soavi e, in questi giorni, con il libro Nelle terre estreme di Jon Krakauer che ha ispirato il film Into the wild.
Per onor di cronaca Into the wild lo avevo visto un paio di mesi fa, mentre il libro l’ho letto solo in questi giorni, quindi mi è difficile fare dei paragoni tra i due prodotti, visto che nel mentre diverse parti di film sono involontariamente finite nel dimenticatoio.

L’aspetto che comunque hanno in comune e che ho apprezzato di più riguarda la storia, veramente molto umana e toccante del protagonista, Alex Supertramp (alias Chris McCandless) sulla quale si basa tutta la trama.
Sul film, rispetto a quanto letto nel libro, mi pare che alcune parti importanti ed interessanti riguardanti il carattere e la personalità del protagonista siano state trascurate (il rapporto con la famiglia, i contatti che ha intrattenuto tramite lettere con alcune delle persone che ha incontrato durante il suo viaggio).

Per quanto riguarda invece il libro, devo dire che mi ha preso parecchio e l’ho trovato molto interessante. Ho apprezzato in particolare lo stile usato dall’autore che pur spaziando dall’indagine giornalistica a parti di narrazione più romanzate è comunque riuscito a comporre un testo dove la lettura risulta molto fluida (almeno questa è la sensazione che ho avuto leggendolo).
Solo un aspetto sul finale mi ha però un po’ irritato e ha riguardato l’aver voluto a tutti costi enfatizzare il fatto che la morte di Alex non è stata dovuta ad una sua banale svista, ma ad un errore nel quale molto probabilmente pure il migliore dei botanici sarebbe incappato.
Evidenziando questo aspetto secondo me l’autore si pone in una posizione che contrasta con una delle motivazioni che hanno spinto Alex ad intraprendere il suo viaggio: la ricerca dei limiti dell’essere umano. Uno "sbaglio" innocente che gli è costato molto caro, questo è chiaro, ma forse questa sua morte tragica è lì a dimostrare che, nonostante la società cerchi a tutti i costi di portare avanti l’illusione dell’uomo immortale, ci sono dei limiti che dobbiamo accettare, senza se e senza ma.

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[Libri] Il personale è politico

4 Agosto 2008 Commenti chiusi

Come annunciato qui, durante le mie vacanze in alta quota mi sono portato appresso La banda Bellini di Macro Philopat.
Un romanzo tratto dai racconti orali di Andrea Bellini nel quale, attraverso la storia della banda del Casoretto, viene narrato il clima politico dell’Italia, e in special modo della Milano, degli anni ’70. Un periodo storico che fa i conti con dei rappresentanti della politica locale e dello Stato, degli apparati giudiziari e repressivi, fortemente radicati a destra.

La storia della banda del Casoretto si intreccia con altre storie: la strage di Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Zibecchi, Fausto e Iaio e molte altre, come quella di Jules Bonnot.
Proprio un paio di mesi fa avevo letto In ogni caso nessun rimorso di Cacucci, nel quale viene narrata la storia dell’anarchico francese.
Due storie, quelle di Andrea Bellini e di Jules Bonnot, vissute in periodi e luoghi differenti ma con molte similitudini, fra cui quella di scagliarsi da soli contro un esercito intero… per fare la cosa giusta.

"Mi piace tantissimo pensare alla prima volta che ho lanciato un sasso – e come l’avevo seguito per vedere dove andava a finire – come avevo sentito o immaginato colpire un casco – o uno scudo… Non è niente – adesso non lo rifarei –  ma quella volta là avevo chiuso gli occhi – avevo stretto i due pugni esultando più di un tifoso – sapevo di non poter tornare indietro – era scoppiata la mia guerra – avevo fatto uno scarto – scartato le scelte – sentendomi fieno di quella appena abbracciata… È bello quando ti accadono storie del genere – ti senti scorrere il sangue e le tempie incominciano a batterti – sono le lacerazioni – le ferite non rimarginate che ti urlano da dentro – "Devi farlo – devi farlo" – stai crescendo e quelle ti urlano – ma contro chi devi farlo? Mica puoi prendertela con i tuoi che c’hanno messo cerotti su cerotti sulle loro ferite – un sacrificio dietro l’altro per tirare avanti… Ma che fine farai? ti chiedi alle volte… Puoi svoltare da solo – ma quelle urla un giorno ti spezzeranno il cuore – devi tentare di svoltare con gli altri – non bisogna mai staccarsi – non si vince mai da soli…
Poi nessuno di noi aveva voglia di vincere – volevamo solo stare un po’ meglio…"

::More::
Leggi la recensione del libro presente su Carmilla

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[Libri] Letture di mezza estate

31 Luglio 2008 1 commento

Prima di parlare dei libri letti durante questo mese di luglio, voglio segnalare un noblogs di recensioni di libri veramente molto interessante. Si tratta di opinionista.noblogs.org. Un progetto dietro al quale si celano due "misteriosi" personaggi (un bergamasco e un romano romanista), che oltre a leggere libri, recensirli e fare altre cose sono pure due grandissimi calciatori militanti:) (il bergamasco oltre ad essere un attaccante di "peso" è un vero e proprio stratega del gioco del pallone… mitico karletto:))

L’ultimo libro letto l’ho scovato proprio nel blog appena citato. Si tratta di Visto per Shanghai di Qiu Xiaolong. Un noir su un’indagine molto delicata che deve scongiurare un grave incidente diplomatico tra Cina e Stati Uniti.
L’ispettore capo Chen, coadiuvato da una sua collega americana giunta in Cina appositamente per seguire il caso, si ritrova ad indagare tra alcune bande mafiose sospettate del rapimento della moglie di un pentito. Proprio i lunghi discorsi tra i due ispettori di polizia trovo siano uno degli aspetti più interessanti di questo romanzo poliziesco, che permette di addentrarsi nella realtà sociale della nuova Cina che si snoda tra capitalismo ultraliberista e tradizioni popolari.

All’inizio del mese di luglio ho letto La lunga strada della vendetta di Joe R. Lansdale. In seguito, durante il mio interrail estivo del quale purtroppo non ho ancora scritto nulla, mi sono fatto accompagnare da due libri decisamente differenti per origine e composizione: Crimini italiani e Ribelli, sognatori e fuggitivi.
Il primo libro riguarda una raccolta di brevi romanzi che, attraverso i principali scrittori noir italiani, fornisce un excursus sul lato oscuro dell’Italia, quello che si nasconde dietro la maschera seducente del paese delle bellezze artistiche, delle grandi firme e dei geniali improvvisatori. In particolare tra i vari racconti, ho molto apprezzato Momodou dei Wu Ming, la cui trama si snoda in un’indagine "alla rovescia" sulla morte di un immigrato, liquidata dai giornali locali e dalla polizia con il solito stereotipo del negro fannullone e violento. (il racconto è scaricabile dalla pagina download del loro sito. Qui il pdf)

Ribelli, sognatori e fuggitivi di Osvaldo Soriano è invece "un’enciclopedia portatile". Come scritto in un post su euro08.noblogs.org si tratta di una raccolta dei miti favoriti (calcistici e non) da Soriano addizionati da una serie di articoli scritti per il quotidiano "Il manifesto" sui mondiali di calcio del 1986. Non si parla solo di calcio, ma di tutto quello che ci sta attorno: emigrazione italiana, dittatura, militari, ricchezza, cinema e poverta.

Terminato questo post mi appresterò a preparare il necessario per trascorrere 4 giorni di assoluto relax in montagna. Il giorno della festa Nazionale svizzera (il primo agosto) la trascorrerò leggendo la Banda Bellini di Marco Philopat.

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La mobilitazione dello spettacolo

3 Luglio 2008 Commenti chiusi

Terminati gli europei e ormai prossimi all’inizio delle olimpiadi estive voglio segnalare un opuscolo veramente molto interessante che analizza vari aspetti (nefasti e contradittori) legati a queste grandi manifestazioni.


La versione completa in tedesco è reperibile a questo indirizzo, mentre è già disponibile la traduzione in italiano dei primi tre articoli:
La mobilitazione dello spettacolo [introduzione]
Noi viviamo zurigo
Festa | Città
| Fortezza
[Update 20.07.2008] Sono disponibili in italiano pure gli ultimi due saggi di "Materialen zum Event"
Come, come, perché, perché
Spettacolo acustico

Per maggiori informazioni date un occhio a questo blog, ad euro08.noblogs.org oppure al newswire di Indymedia Svizzera

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[libri] Letture primaverili

19 Giugno 2008 Commenti chiusi


Dopo il bellissimo libro di Simone Sarasso, Confine di Stato, di cui trovate qui la breve recensione che mi ha convinto ad acquistarlo, mi sono immerso nella lettura di Cristiani di Allah di Massimo Carlotto. Ero abituato a seguire le storie dell’Alligatore, di Max la Memoria e di Beniamino Rossini che si cimentavano nelle loro avventure investigative nel Nordest italiano. Storie di ambienti e di personaggi di un mondo reale e vicino. La trama di Cristiani di Allah si dipana invece in un’Algeri del XVI secolo che si trova al centro di un Mediterraneo teatro di guerre, razzie, traffici di schiavi, scontri ideologici e religiosi. Un romanzo che, come scritto nell’abstract del libro, va alle origini del noir mediterraneo. Personalmente preferivo le storie dei tre citati investigatori che con il loro lavoro narravano le trasformazioni del panorama criminale italiano e non solo e i mezzi e le strategie di questa battaglia che si svolge quotidianamente sotto i nostri occhi.
Naturalmente opinione opinabilissima:)
In ordine cronologico l’ultimo libro letto è stato Onore ai diffidati di Elisa Davoglio. Qualche settimana fa avevo scritto di libri sul calcio per chi il calcio lo guarda dal basso. Sia i libri proposti in questo link sia Onore ai diffidati hanno tra i loro fini quello di indagare la galassia delle curve. C’è però una differenza sostanziale: Onore ai diffidati è un romanzo, gli altri libri citati no (spero di non fare una cazzata catalogandoli come saggi o ricerche). Partendo dal presupposto che si tratta di un romanzo, devo ammettere che il viaggio di Atala nel mondo delle curve (di una curva, quella della Milano rossonera) mi è piaciuto. Mette ben in evidenza il legame curva – impegno Politico (quello con la P maiuscola…) che personalmente trovo sia un connubio imprescindibile quando si vive lo stadio come qualche cosa che va oltre i 90 minuti di una partita. C’è però un aspetto, sul quale si basa gran parte del romanzo, che seppur veritiero, non riesco proprio a condividere: la più o meno felice e tranquilla (in apparenza) convivenza nella stessa curva di gruppi con ideali completamente opposti, uniti dalla fede nei colori sociali. Sarà che le mie esperienze e la realtà che vivo appartengono a contesti decisamente più piccoli e quindi con dinamiche sicuramente meno complesse rispetto ad una curva di una metropoli come Milano, ma rispetto sicuramente di più un tifoso o un gruppo con ideali simili ai miei, anche se con colori sociali differenti, rispetto a chi pur tenendo alla mia stessa squadra cerca di trasformare la curva che frequento in un covo di neofascisti.
In mezzo a questo discorso la tanto "apoliticità da stadio", che caratterizza questo romanzo, dove "rossi" e "neri" stanno fianco a fianco sotto l’ideale dei colori sociali mi sembra una grandissima cazzata e i fatti di questi anni di Milano, Bergamo, Venezia e purtroppo chissà quante altre curve ne sono un esempio paradigmatico.

Sul comodino ora ho La banda dei brocchi di Jonathan Coe (grazie daien:)).

À la prochaine…:)

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[libri & sfoghi] Il derby del bambino morto e altro

23 Maggio 2008 Commenti chiusi

È un periodo abbastanza intenso e purtroppo non riesco a ritagliarmi molto spazio da dedicare alla lettura. In queste settimane comunque ho letto Confine di stato di Michele Sarasso che ho scovato leggendo la recensione di blicero e The dark side of Google di Ippolita.
Sul comodino ora ho Stella del mattino di Wu Ming 4 e sono alla ricerca di Milano A. Brandelli che purtroppo qui in svizzera non riesco a trovare.

Ieri mentre stavo scrivendo un breve articolo per euro08.noblogs.org mi è capitato di riprendere tra le mani Il derby del bambino morto di Valerio Marchi. La rilettura di alcune pagine di questo bellissimo libro mi hanno confortato. Qui in Svizzera fra poco inizieranno gli europei di calcio ed è veramente desolante vedere come la massa critica rispetto a questo evento sia estremamente esigua. L’avvento degli europei poteva essere il pretesto per approfondire le diverse tematiche legate all’ambito dello sport e tutto quello che ci gira attorno. Invece no, sugli organi di informazione le questioni di fondo vengono tralasciate per dare risalto agli aspetti folkloristici e di costume (non me ne frega un cazzo di cosa mangiano i giocatori svizzeri prima degli allenamenti!).
Rileggere alcune pagine de Il derby del bambino morto mi ha rinfrancato. In questo marasma generale non sono solo e chi ha perso il lume della ragione non siamo certo noi!

Qui di seguito riporto una piccola recensione del libro di Valerio Marchi che avevo scritto un paio di anni fa per la fanzine della Curva Sud di Ambrì (lugano merda!!!)

  Prosegui la lettura…

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[Libri] La parte della fortuna

11 Aprile 2008 Commenti chiusi

La parte della fortuna è un noir che intreccia le sue storie e si consuma principalmente tra Venezia, Marghera e Reggio Emilia. Il Nord Est italiano è una regione che sto scoprendo soprattutto grazie alla lettura di libri come questo o quelli di Carlotto che, pur essendo dei romanzi con personaggi e storie inventate, grazie alle esperienze vissute in prima persona dagli autori, permettono di farsi un’idea certamente pertinente della realtà socio-economica della regione.
In questo genere di lettura, sto prendendo coscienza del fatto che uno degli aspetti che più mi interessa ed intriga riguarda appunto la descrizione del contesto, dello sfondo all’interno del quale le vicende e le storie si sviluppano ed intrecciano.
Luca Casarini in questo caso è certamente un buon interlocutore che le vicende del Nord Est italiano le conosce molto bene grazie al suo vissuto e alle sue attività su quel territorio.

La lettura della prima parte del libro scorre velocemente grazie alla costruzione di una trama e di relazioni tra i personaggi molto intriganti. Sul finale il dipanarsi della storia si fa un po’ più faticoso, mancando forse di quella suspance che le regole del genere noir solitamente richiedono.
Un libro che qualcuno, in modo opportuno ha definito essere un noir militante. Le pratiche e le storie del movimento, lo smontaggio del CPT, l’occupazione delle case, l’impegno a fianco dei migranti, le attività e le atmosferte dei centri sociali sono infatti parte centrale della storia.
Una storia che ha fatto emergere e che si è intrecciata con molte altre storie, come quella dei 300 immigrati e del pescatore di Porto Palo. Una storia che avevo conosciuto grazie ad una puntata di Blu notte misteri italiani condotta da Paolo Lucarelli e che l’overload di informazioni al quale siamo quotidianamente sottoposti mi aveva quasi fatto rimuovere dalla memoria e che grazie alla lettura di questo libro ho potuto far riemergere dandogli l’importanza che merita.

Per concludere è doveroso sottolineare come alcuni aspetti della pubblicazione di questo libro lascino al quanto perplessi visto l’autore in questione. Per farsi un’idea di cosa sto alludendo, può essere utile leggere il seguente articolo-intervista apparso sul corriere della sera.
 

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[Libri] In ogni caso nessun rimorso

3 Aprile 2008 Commenti chiusi

Riprendo le sezioni [libri] e [rassegnati] parlando della mia ultima lettura. In ogni caso nessun rimorso di Pino Cacucci è un romanzo che ricostruisce la biografia di Jules Bonnot: operaio, soldato, autista, bandito e anarchico francese.
Un romanzo nel quale i personaggi citati sono realmente esistiti, come pure i fatti che vengono narrati, ma che l’autore fa fatica a definire "storico" perché la Storia con la esse maiuscola viene scritta dai vincitori, mentre i protagonisti di questa storia sono persone che alla fine hanno perso tutto, tranne forse la cosa più importante: la dignità che però, ieri come oggi, sembra essere l’ultima delle qualità per passare alla Storia.


Ho trovato molto interessante questa biografia "romanzata". Come sottolineato dall’autore i dialoghi e alcune ambientazioni che fanno da contorno alla vicenda sono di pura fantasia e sono serviti a colmare i vuoti lasciati dalle cronache. Non per questo nella lettura non ho apprezzato le parti biografiche che caratterizzavano il personaggio principale. In fondo qualsiasi fatto quando viene riportato subisce una manipolazione (anche se involontaria), quindi nel mio immaginario mi piace pensare a Jules Bonnot, partendo dalla ricostruzione e dal punto di vista riportato da Cacucci nel suo libro.
Un personaggio intrigante, deciso, cinico e romantico al tempo stesso, Jules Bonnot. Ma soprattutto un sognatore coerente con le sue scelte fino alla fine. " Avevo il diritto di viverla, quella feliticà. Non me lo avete concesso. E allora, è stato peggio per me, perggio per voi, peggio per tutti… Dovrei rimpiangere ciò che ho fatto? Forse. Ma non ho rimorsi. Rimpianti sì, ma in ogni caso nessun rimorso…".

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