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Archivio per la categoria ‘Sport rebelde’

Ritorno

21 Luglio 2014 Commenti chiusi
Dopo più di due anni ritorno a scrivere sul mio blog personale.
Tante cose sono successe dal mio ultimo post. Ho approfondito interessi che già avevo, e ne sono sorti dei nuovi. In special modo, ho dedicato diverso tempo a correre.
Correre nei boschi, su sentieri più o meno segnalati nel modo più minimalista possibile (tanto di ruscelli per abbeverarsi le montagne ne sono piene).
Un’attività, quella di correre, in contrasto con l’interesse verso le ICT ed in modo particolare il free software.
Ognuno vive con le sue contraddizioni;). In questo caso però trovo che siano attività ed interessi complementari. Correre nella natura compensa, mi ricorda che siamo fatti di carne. Il corpo e la mente, due dimensioni che voglio esplorare, andando in modo particolare a capire quali sono i limiti che la mia testa mi pone e come posso superarli.
Ho deciso di tornare a scrivere su questo blog per me stesso, come esperimento, per tenere traccia dei miei interessi, delle mie scoperte e dei miei miglioramenti.
Diventa quindi un blog per me stesso, non per gli “altri”.
Tanto poi i blog non li caga più nessuno. Siamo nell’era di Facebook, Twitter, Instagram Hanghouts e Google+, giusto?
Ecco, sono tutti strumenti che non uso, od uso con molta cautela ed in situazioni particolari.
In rete sto cercando di limitare la mia presenza solo a quegli spazi virtuali che trovo valga la pena esserci.

Oltre la curva – servizio di Falò

6 Marzo 2012 Commenti chiusi

Da non perdere il servizio di Falo’ di giovedì 8 marzo 2012 (RSI La Uno) di Serena Tinari.
Per la visione in rete, appena sarà disponibile, pubblicherò il link.
Qui il promo che sta passando su La Uno un questi giorni.

<<guarda il video>>

Oltre la curva
Negli ultimi anni, gli “hooligans” hanno conquistato le prime pagine dei giornali svizzeri. Ma è davvero un fenomeno in aumento? L’inchiesta di Falò, realizzata in Ticino e Oltre Gottardo, raccoglie i dubbi degli esperti e dà la parola ai protagonisti. Dai tifosi alla polizia, passando per media, club e avvocati, questo documentario a tinte forti ci fa scoprire che la realtà degli stadi è complessa, ma non tutto è come viene dipinto dai resoconti dell’attualità. Un viaggio avvincente – con molte sorprese – in un mondo poco conosciuto.

1999 – Kampioni del mondo!

28 Dicembre 2009 Commenti chiusi

28.12.1999 Ambrì vincitore della Continental Cup

Cavoli, oggi si festeggia il decennale di una delle pagine più belle ed esaltanti della storia biancoblu.
Sembra un secolo fa. Trasferta da delirio a Berlino in bus con partenza la notte di natale. Vittoria sul ghiaccio, delirio sugli spalti.
Che squadra, che giocatori, che tempi!
A dieci anni di distanza dopo 35 partite ci troviamo ultimi in classifica a ben 26 punti dall’ultima posizione utile per fare i play off…

Ecco un paio di scatti di quella mitica trasferta.
(le fotocamere digitali non sapevo nemmeno casa fossero, queste foto se ben ricordo le feci con una macchinetta usa e getta:))

In pista:

Al mitico bar del boxeur:

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Presa diretta su Gaza

19 Marzo 2009 2 commenti

Ho appena finito di riguardare sul web la puntata dell’8 marzo del programma di Rai tre "Presa diretta" dedicata alla Palestina e alla disastrosa situazione di Gaza.
Sono passati poco più di due mesi dall’aggressione israeliana, ora a tenere banco sulle prime pagine dei giornali e ad aprire i telegiornali c’è il processo al pedofilo austriaco. Gaza è già dimenticata, i massacri visti in tv alla fine del 2008 sono già stati rimossi.
Tutto finito, come un gioco. Si rimettono al loro posto le pedine e si può ricominciare, come se nulla fosse accaduto. Senza nessuno strascico, senza nessuna conseguenza.
No, in guerra non funziona così e a Gaza la guerra c’è ancora. È iniziata molto prima dell’operazione piombo fuso e continua anche ora, lontano dalla ribalta dei riflettori.
A soppesare le parole non è nemmeno una guerra, è un massacro, una strage, un eccidio. Perché per fare la guerra bisogna essere in due, mentre invece in Palestina c’è una superpotenza militare che aggredisce e una popolazione che cerca di difendersi e di resistere.
Gaza non è nemmeno una prigione a cielo aperto, perché almeno in carcere l’assistenza e il cibo dovrebbero essere garantiti. A Gaza invece no! Hanno bombardato gli ospedali, hanno tenuto chiuso i valichi anche per i beni di prima necessità e tanto per essere sicuri hanno bombardato i campi coltivati all’interno della striscia. Il mare non lo bombardano dall’alto, ci pensano le motovedette israeliane a sparare ai pescatori.
Il reportage restituisce senza filtri gli orrori dell’aggressione israeliana e la sofferenza del popolo palestine. Stordisce e provoca rabbia. Guardatelo!

::Links alla puntata integrale::
Parte 1Parte 2  – Parte 3Parte 4Parte 5Parte 6Parte 7Part 8

Dopo la carovana di Sport sotto l’assedio 2007 avevamo fatto dei pannelli sul viaggio nella West Bank e a Gaza che avevamo esposto in curva e alla festa del ventennale della GBB*.
Le foto non sono un gran che. I testi presenti li trovate all’interno di questo blog nella categoria "futbol rebelde". Le foto vedrò di metterle prossimamente in rete da qualche parte.
(nb: gli sfondi dei pannelli naturalmente non li ho fatti io che sono una mazza a disegnare, ma michi)

Per vedere i pannelli ad uno ad uno guarda questo album

Lo Sgambetto

10 Marzo 2009 2 commenti

Lo scorso dicembre il Gran Consiglio ticinese ha approvato (all’unanimità!!!) un concordato intercantola che prevede l’estensione delle cosiddette leggi anti-hooligans a contesti extrasportivi. Contro questa norma, in questi giorni è stato depositato un ricorso al Tribunale federale.

Queste leggi negli stadi sono già in vigore da circa un anno (da pochi mesi prima dell’inizio di Euro08). Abbiamo quindi deciso di dedicare un numero speciale della fanzine della Curva Sud di Ambrì proprio a questa tematica, cercando di portare l’esperienza di chi gli effetti nefasti di queste leggi repressive li sta già vivendo sulla propria pelle.

Per l’occasione mi sono finalmente deciso a provare Scribus. Prima impaginavo tutto con Writer e a volte era veramente un casino far quadrare tutto.
Il programma, per l’uso che ne ho fatto io, mi sembra abbastanza intuitivo ed inoltre in rete si trovano moltissime guide molto utili.
Anche alle altre persone che hanno partecipato alla stesura della fanzine questo nuovo layout è piaciuto, quindi anche i prossimi numeri credo proprio che li impaginerò con Scribus:)

Qualsiasi commento sui contenuti e suggerimento per la parte grafica è naturalmente ben accetto.

::Approfondimenti::

Scarica, leggi, stampa e diffondi Lo Sgambetto

– Tutte le informazioni sul ricorso al sito:
  http://www.inventati.org/ti-riguarda/

Leggi il testo del ricorso

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Passione unica!

20 Luglio 2008 2 commenti

Riporto un articolo pubblicato l’anno scorso su Alpine Anarchist Productions e che parla della squadra di hockey su ghiaccio che seguo.
"Only few places in European hockey can become as intimidating as the Valascia."
C’è da andarne fieri:)


What Does Geronimo have to do with Ice Hockey? An Excursion to a Swiss Valley

My contribution to Give ‘em the Lumber 2 was the account of an unsuccessful search for radical hockey culture in what was supposed to be perfect terrain for such an endeavor: Sweden. Luckily, the European possibilities for an overlap of slapshots and righteous politics do not end in Malmö.

Enter Ticino, the Italian-speaking part of Switzerland – the multilingual Alpine nation that proves that recognizing more than one of its spoken languages as »official« does not inevitably lead to a country’s demise, contrary to what a lot of Anglos in the US still wanna make you believe (even though in this case the demise might be an even better thing than in that of Switzerland – but I’m digressing…).
Ticino is no historical stranger to radical politics. Michael Bakunin lived here in the early 1870s (the »Villa Baronata«, possibly his most famous domicile, still exists in Minusio), and in the early 1900s the community of Monte Verità, near Ascona, developed fame for its free spiritedness, vegetarianism and nudity. Amongst the frequent visitors were German anarchist Erich Mühsam, the Dadaists Emmy and Hugo Ball, the writer Hermann Hesse, and the painter Paul Klee. (The Monte Verità still exists as well – in form of a luxury resort.)

Today, it would be difficult to present Ticino as a hotbed of revolutionary activity. Its politics are moderate at best (with the Lega dei Ticinesi, the local right-wingers, wielding significant influence), its biggest town, Lugano, is Switzerland’s third most important banking center (and this says a lot in a nation whose riches largely rely on banking), and its valleys, mountains, and shores are overrun by affluent German tourists in both summer and winter. Nonetheless, this is where our radical hockey story begins.


The set-up is well-known: David vs. Goliath, the underdog vs. the champion, the Irish vs. the English – whichever way you want it. The opponents in this case are, on the one hand, the HC Lugano, the banking city’s hockey club pride, one of the most successful in the history of Swiss hockey and these days without doubt one of its richest (mainly thanks to the investments of controversial businessman Geo Mantegazza). And on the other hand, the HC Ambri-Piotta, a hockey club tucked away in the Leventina valley whose stadium’s capacity of 7000 becomes somewhat baffling once we consider that the hamlets of Ambri and Piotta (part of the municipality of Quinto) combine for a mere total of a couple of hundred inhabitants. (Unsurprisingly, the hockey club goes as the hamlets’ biggest employer and their economic backbone.) Contrary to the Lugano club, the HC Ambri-Piotta is one of the most unsuccessful clubs in the history of Switzerland’s first hockey league (compare one runner-up achievement in 1999 to seven Lugano championships in the last 20 years) and definitely one of its poorest. Which, combined with its remote location, quaint setting, miniscule hometown and remarkable perseverance (the club’s foundation goes back to 1937, even outdating the Lugano city rival by a few years), provides the charm that makes the club so attractive for the hockey fan with a political edge who wants to feel good about the team he or she supports. Prosegui la lettura…

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La mobilitazione dello spettacolo

3 Luglio 2008 Commenti chiusi

Terminati gli europei e ormai prossimi all’inizio delle olimpiadi estive voglio segnalare un opuscolo veramente molto interessante che analizza vari aspetti (nefasti e contradittori) legati a queste grandi manifestazioni.


La versione completa in tedesco è reperibile a questo indirizzo, mentre è già disponibile la traduzione in italiano dei primi tre articoli:
La mobilitazione dello spettacolo [introduzione]
Noi viviamo zurigo
Festa | Città
| Fortezza
[Update 20.07.2008] Sono disponibili in italiano pure gli ultimi due saggi di "Materialen zum Event"
Come, come, perché, perché
Spettacolo acustico

Per maggiori informazioni date un occhio a questo blog, ad euro08.noblogs.org oppure al newswire di Indymedia Svizzera

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[libri & sfoghi] Il derby del bambino morto e altro

23 Maggio 2008 Commenti chiusi

È un periodo abbastanza intenso e purtroppo non riesco a ritagliarmi molto spazio da dedicare alla lettura. In queste settimane comunque ho letto Confine di stato di Michele Sarasso che ho scovato leggendo la recensione di blicero e The dark side of Google di Ippolita.
Sul comodino ora ho Stella del mattino di Wu Ming 4 e sono alla ricerca di Milano A. Brandelli che purtroppo qui in svizzera non riesco a trovare.

Ieri mentre stavo scrivendo un breve articolo per euro08.noblogs.org mi è capitato di riprendere tra le mani Il derby del bambino morto di Valerio Marchi. La rilettura di alcune pagine di questo bellissimo libro mi hanno confortato. Qui in Svizzera fra poco inizieranno gli europei di calcio ed è veramente desolante vedere come la massa critica rispetto a questo evento sia estremamente esigua. L’avvento degli europei poteva essere il pretesto per approfondire le diverse tematiche legate all’ambito dello sport e tutto quello che ci gira attorno. Invece no, sugli organi di informazione le questioni di fondo vengono tralasciate per dare risalto agli aspetti folkloristici e di costume (non me ne frega un cazzo di cosa mangiano i giocatori svizzeri prima degli allenamenti!).
Rileggere alcune pagine de Il derby del bambino morto mi ha rinfrancato. In questo marasma generale non sono solo e chi ha perso il lume della ragione non siamo certo noi!

Qui di seguito riporto una piccola recensione del libro di Valerio Marchi che avevo scritto un paio di anni fa per la fanzine della Curva Sud di Ambrì (lugano merda!!!)

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La violenza negli stadi: un caprio espiatorio per non affrontare i problemi

6 Maggio 2008 Commenti chiusi

L’inizio degli europei di calcio è alle porte e venerdì sera si sono verificati gravi scontri tra tifoserie e forze dell’ordine a Basilea e a Berna (quindi in due degli stadi nei quali si disputeranno le partite di Euro08).

Attendevo con curiosità la reazione degli organi di informazione e dei vari opinionisti in merito a quanto successo prima, durante e dopo Basilea-Zurigo e Young Boys-Xamax.
L’ambito della sicurezza infatti è stato uno degli aspetti più dibattuti e caldi nell’avvicinamento ad Euro08.
Oltre ad un numero impressionamente di poliziotti e militi che controlleranno il territorio (si parla di 15’000 militi, praticamente tutti i poliziotti svizzeri con il supporto di un migliaio di poliziotti tedeschi e francesi) sono state infatti introdotte le famose "leggi anti-hooligans" che da qualche mese sono già in vigore negli stadi svizzeri.

Queste nuove leggi, secondo i promotori e sostenitori (praticamente tutti gli schieramenti politici…) erano LA soluzione al problema della violenza negli stadi. Le voci critiche furono subito sottaciute da un bombardamento massmediatico assurdo che arrivò addirittura ad "invitare" i promotori del referendum contro queste leggi a sospendere la raccolta delle firme apostrofandoli come degli "incoscienti" e preconizzando scenari apocalittici durante Euro08 se queste nuove misure non fossero state accettate.

Ora ad un mese dall’inizio degli Europei emerge che nonostante gli strumenti repressivi messi in atto il fenomeno della "violenza da stadio" non è per nulla debellato.
Eppure le nuove leggi sono già in vigore, eppure la banca dati "hoogan" è già in funzione. Che succede?
Succede che questa è l’ennesima dimostrazione che la repressione (perché questa legge è un mero strumento di repressione) non porta a nulla, anzi! Succede poi che questa è l’ennesima dimostrazione che se si vuole capire/sbloccare/risolvere una certa situazione, quel contesto/realtà bisogna conoscerlo e viverlo! Invece no, le leggi le propongono e le fanno politicanti che allo stadio al massimo vanno ogni tanto in tribuna d’onore e che della galassia delle curve e di tutto quello che ci sta dietro non sanno nulla.
Persone che si chiedono come sia possibile che nonostante i controlli vengano introdotti torce e fumogeni… mah…

C’è però un altro aspetto legato a questa vicenda che trovo interessante evidenziare e riguarda quanto successo a Basilea.
Leggo infatti oggi su un quotidiano locale (vedi dopo) che sembrerebbero già stati individuati i colpevoli degli scontri. Si tratterebbe del gruppo di tifosi zurighesi K4. " “K4” sta per Kreis 4, uno dei quartieri di Zurigo a forte immigrazione: secondo la stampa i tifosi in questione sono cosiddetti «secondos», giovani italiani, spagnoli e jugoslavi della seconda generazione, cresciuti insieme e molto legati fra loro, spesso con un basso livello formativo. Il gruppo è composto di circa 50 ragazzi e ragazze «refrattari a qualunque terapia» , ha tagliato corto Canepa, con una propensione alla violenza «che non ha nulla a che fare con il calcio" (citazione dall’articolo che posto sotto).

Eccoli qui gli unici colpevoli! Immigrati di seconda generazione, propensi alla violenza con un basso livello di formazione scolastica che vivono in uno dei quartieri più difficili della città sulla Limmat! L’articolo infatti spiega che: "…anche gli stessi tifosi sembrano voler fare ordine in casa propria: il TagesAnzeiger di ieri riferisce che la sera stessa della partita esponenti del gruppo di hooligan “K4” sono stati malmenati da altri fan, appartenenti a frange più “tradizionali” della tifoseria del club" (citazione sempre dallo stesso articolo).

Schema classico: la divisione tra tifosi modello e teppisti.
Ma chi sarebbero le frange più tradizionali del tifo Zurighese che si sono ribellati alla violenza del gruppo K4? Viene spiegato successivamente: "…e addirittura dopo il rientro a Zurigo del treno speciale da Basilea, lontano dagli sguardi della polizia e dei giornalisti, vi sarebbero stati regolamenti di conti interni, dapprima alla stazione centrale e poi nei pressi della Sihlpost: hooligan tradizionali come i City Boys avrebbero attaccato i “K4” per «motivi pedagogici »".

Ah ecco, gli altri sarebbero i City Boys…degli stinchi di santo certamente… teste rapate precursori della moda casual che non perdono occasione per menar le mani.

Qualcuno storgerà il naso puntualizzando che City Boys, Bande Basel ed altri gruppi casuals hanno i loro "codici di condotta" e "certe cose non le fanno". Sarà anche vero. D’altra parte non è neppure mia intenzione giustificare il lancio di torce e quanto fatto all’interno dello stadio.

Voglio semplicemente far notare come in realtà complesse come le curve degli stadi la distinzione tra bianco e nero, buono e cattivo, giusto e sbagliato non servano a nulla anzi, distorgono completamente la realtà e rimpolpano stereotipi che purtroppo sono poi il terreno fertile per la consueta caccia alle streghe e ai successivi provvedimenti da parte dello stato che non hanno nessun riscontro sul territorio.

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Ritornata la carovana

31 Marzo 2008 Commenti chiusi
 
Come scritto nel post precedente, dal 23 al 30 marzo la carovana di Sport sotto l’assedio si è recata in Palestina


Dopo un inizio di carovana contrassegnato dal blocco ad Erez dei militari israeliani che hanno impedito ai 101 atleti di entrare nella Striscia di Gaza, il proseguo del viaggio nella West Bank caratterizzato da incontri culturali e sportivi ed iniziative è andato alla grande. Almeno così ci hanno raccontato i ragazzi/e del "contingente del Nord" della carovana che abbiamo recuperato all’aereoporto di Linate.
Tanti i ragazzi/e con i quali avevo fatto la carovana dell’anno scorso o che conoscevo perché durante il campionato sono saliti ad Ambrì a farci visita, molti pure quelli che non conoscevo e con i quali spero di condividere carovane future.
Quest’anno come detto non ho potuto partecipare alla trasferta e mentre in medio oriente la carovana portava il suo apporto e la sua solidarieta per sostenere la tenacia ed il coraggio di chi continua ad allenarsi, correre, confrontarsi e giocare sotto il peso di un assedio militare, io giocando a calcio su un campetto locale mi sono fatto male ad una caviglia ed ora sono "stampellato". Mannaggia lo sport mi verrebbe da dire:)
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