La tristezza è un po’ negli occhi di tutti/e quando giunti nuovamente al check point di Eretz ci tocca salutare i compagni e le compagne palestinesi. Prima di addentrarci nel tunnel gli dedichiamo un ultimo coro. È questo il nostro modo per ringraziarli per i 5 intensi e stupendi giorni che ci hanno fatto vivere.
Dopo circa 4 ore di attesa e minuziosi controlli riusciamo ad arrivare dall’altra parte del muro dove ad attenderci c’è un bus che ci porterà a Gerico.
Durante i controlli al check point, i nostri zaini una volta posti su un tapis roulant scomparivano per poi riapparire decine di minuti più tardi, in molti casi aperti e con evidenti segni di perquisizioni, senza nemmeno un po’ di discrezione… tanto ora si sa… ad Eretz privacy e diritti non sono di casa… Ma quello che personalmente mi ha colpito di più è stato il fatto di essere sistematicamente sottoposto ad un marchingenio degno dei migliori film di fantascienza.
Credevo che esistessero veramente solo nei film i tubolari verticali nei quali si entra e una voce metallica ti da le istruzioni che sono quelle di metterti a gambe divaricate, con le braccia belle tese, così da formare una x con il corpo e rimanere immobile fin quando il tubolare non ha terminato il suo secondo giro.
Mi sono dovuto ricredere, questi marchingeni esistono pure ad Eretz e purtroppo, quasi sicuramente, pure in altri schifosi posti come questo.
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Pezzo dedicato alla carovana di Sport sotto l’assedio 2007 – Losone, Svizzera –
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un saluto da prue in veste di informatica fallita…
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Partirà domani la terza edizione di SPORT SOTTO L’ASSEDIO, campagna di cooperazione sportiva nata nel 2004 dalla passione per lo sport ed in particolare per il calcio, di un gruppo di giovani frequentatori di alcune curve italiane. Nel corso degli anni questo progetto si è ampliato ed è diventato patrimonio condiviso di realtà molto differenti tra loro. Così, accanto alle tifoserie organizzate, si sono ora affiancate associazioni, società sportive, collettivi politici ed enti locali.
L’obiettivo del progetto è la promozione dello sport giovanile in Palestina, attraverso il finanziamento di infrastrutture, di campi di formazione per giovani atleti, atlete ed i loro allenatori e scambi culturali con l’Europa. Sport sotto l’assedio, con la sua presenza in Palestina vuole sostenere la tenacia ed il coraggio di chi continua ad allenarsi, correre, confrontarsi e giocare sotto il peso di un assedio militare che vuole soffocare prima di tutto la fiducia nel futuro di chi da più di 40 anni vive sotto occupazione.
Lo sport concepito non solo come attività competitiva, di prevenzione e tutela della salute, ma anche come strumento educativo di incontro, di confronto e di crescita per i cittadini, con particolare attenzione per le fasce di popolazione che vivono situazioni di disagio economico e sociale.
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Desidero aprire questo blog raccontando brevemente come mi sono avvicinato al mondo digitale open source.
Questo spicchio di mondo virtuale l’ho scoperto solo di recente, infatti, fino a meno di un anno fa, il mio utilizzo del pc equivaleva a quello di una macchina da scrivere che permetteva di accedere alla webmail di scuola e cercare in internet qualche testo con il vantaggio di non dovermi recare in biblioteca.
Il massimo della mia alfabetizzazione informatica fu l’uso di un peer to peer, ma il mio utilizzo si limitava a connettermi ad un server, digitare la canzone o il video a cui ero interessato e sperare che nell’arco di un paio d’ore potessi avere il file sul mio desktop.
Naturalmente il mio OS era il classico Windows XP con installato Office e qualche altro software proprietario.
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ASSOCIAZIONE LE SCALCIATE vi invita alla presentazione del libro + cd "LA GUERRA A CALCI"
Parole, immagini e suoni dai campi profughi palestinesi. I racconti in soggettiva di un gruppo di ragazzi e ragazze di Monza che hanno attraversato il mediterraneo per giocare a calcio coi loro coetanei di Jenin, di Betlemme, di Gaza, sulle orme della carovana di Sport Sotto l’Assedio – aprile 2006.
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