Lo Sgambetto

10 Marzo 2009 2 commenti

Lo scorso dicembre il Gran Consiglio ticinese ha approvato (all’unanimità!!!) un concordato intercantola che prevede l’estensione delle cosiddette leggi anti-hooligans a contesti extrasportivi. Contro questa norma, in questi giorni è stato depositato un ricorso al Tribunale federale.

Queste leggi negli stadi sono già in vigore da circa un anno (da pochi mesi prima dell’inizio di Euro08). Abbiamo quindi deciso di dedicare un numero speciale della fanzine della Curva Sud di Ambrì proprio a questa tematica, cercando di portare l’esperienza di chi gli effetti nefasti di queste leggi repressive li sta già vivendo sulla propria pelle.

Per l’occasione mi sono finalmente deciso a provare Scribus. Prima impaginavo tutto con Writer e a volte era veramente un casino far quadrare tutto.
Il programma, per l’uso che ne ho fatto io, mi sembra abbastanza intuitivo ed inoltre in rete si trovano moltissime guide molto utili.
Anche alle altre persone che hanno partecipato alla stesura della fanzine questo nuovo layout è piaciuto, quindi anche i prossimi numeri credo proprio che li impaginerò con Scribus:)

Qualsiasi commento sui contenuti e suggerimento per la parte grafica è naturalmente ben accetto.

::Approfondimenti::

Scarica, leggi, stampa e diffondi Lo Sgambetto

– Tutte le informazioni sul ricorso al sito:
  http://www.inventati.org/ti-riguarda/

Leggi il testo del ricorso

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Il lato oscuro di Google

3 Marzo 2009 2 commenti

di Om e Leo, pubblicato su Voce Libertaria
di marzo ’09

Apro la pagina di Google, digito "voce
libertaria", clicco "cerca" ed in una frazione di secondo mi
appaiono 4’623 risultati. Sbalorditivo pensando che il giornale che ospita
questo articoletto, non ha nemmeno un sito web.

Il punto G
Google è il motore di ricerca più conosciuto ed utilizzato nel mondo e
rappresenta, per quasi tutti noi, il punto di accesso con internet. Nonostante
la continua crescita di Google esso non riesce ad indicizzare tutto quello che
è realmente presente nel web, la nostra ricerca è quindi circoscritta solo ad
un numero limitato di fonti. Le informazioni presenti nella rete, per arrivare
fino a noi, vengono trovate (e quindi selezionate attraverso dei filtri) dal
complicato e segreto algoritmo chiamato PageRank che organizza la ricerca in
Google. Si stima che il 70% di tutte le ricerche su internet passino da li. Per
rendere più chiaro l’agire di questo algoritmo possiamo immaginarcelo come
fosse il bibliotecario che, ad una mia richiesta, attinge da un’amplissima
biblioteca i testi che ritiene più opportuni e me li presenta nell’ordine che
ritiene migliore. È per questo che se provo a cercare sulla pagina cinese di
Google "Tien A Men" i risultati che mi appariranno saranno
diametralmente diversi da quelli che troverei se facessi la stessa richiesta
(in gergo una query) ad altre pagine di Google nel mondo. In pratica il
"bibliotecario" cinese è stato istruito per non consegnarmi le
informazioni che il governo ritiene "scomode".

Dietro la sobrietà dell’interfaccia
L’accesso diretto, senza mediazione, alla mole d’informazione presente sul web
è assolutamente impossibile, anche solo in via ipotetica: sarebbe come
sostenere di poter sfogliare il Web "a mano". Per questo esistono i
motori di ricerca, per filtrare la complessità della rete e fungere tra noi e
l’informazione, risolvendo delle ricerche.
Tuttavia, anche se i database di Google sono enormi, non potranno mai essere
completi e totali, indipendentemente da quanto tempo, denaro e tecnologie si
investano. È assurdo pensare di poter conoscere, o più banalmente copiare e
catalogare, tutto Internet: sarebbe come pretendere di conoscere l’interezza di
un mondo vivo e in costante mutamento. Dobbiamo quindi tenere sempre ben
presente che i risultati delle nostre ricerche sono ben lungi dall’essere
"oggettivi".
Le ricerche di Google sono il risultato di una delega: uno strumento in grado
di offrirci la possibilità di trovare "qualcosa" di utile e
interessante tra le molte risorse contenute nel suo patrimonio, che viene
spacciato per la "totalità" del Web. Vengono però completamente
sottaciuti i limiti di queste luccicanti offerte: ciò che è assente dal
patrimonio, o ciò che è presente solo in parte e, soprattutto, tutto quello che
è stato "scartato".
Viene quindi evidenziato uno spinoso problema etico e politico sulla gestione
delle informazioni: quale soggetto può garantire la correttezza di un’azienda
che, per quanto "buona", ha come obiettivo primario il profitto?
Prosegui la lettura…

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[Libri] ACAB di Carlo Bonini

27 Febbraio 2009 Commenti chiusi

Ho appena terminato di leggere "ACAB" del giornalista di Repubblica Carlo Bonini (quasi una media di un libro al giorno durante queste ferie:)).
Il titolo del libro prende spunto dal famoso acronimo che a quanto pare è comparso per la prima volta come titolo di una canzone dei The 4-Skins (gruppo punk-oi! attivo tra la fine degli anni ’70 ed i prmi anni ’80. Gruppo dichiaratamente apolitico ma altrettanto esplicitamente antirazzista). Per maggiori informazioni sul significato e le origini dell’acronimo ACAB leggete questo post di alieno.

Il libro partendo dalle storie di tre agenti della celere (tra i quali Michelangelo Fournier e altri due celerini che rimangono però anonimi dietro i nick di Drago e lo Sciatto) cerca di raccontare l’astio o meglio l’odio delle due opposte fazioni: celerini vs "gli altri", dove gli altri sono manifestanti o ultras, altre volte fasci e in molte circostanze ultras e fascisti assieme.
I fatti principali narrati attorno a questo libro riguardano: l’irruzione nella scuola Diaz, l’omicidio Reggiani e la successiva caccia al romeno, il rimpatrio di alcuni immigrati rinchiusi in un cpt, l’omicidio Sandri e la successiva guerriglia a Roma e per finire con gli scontri di Pianura che hanno visto  coinvolti gli ultras napoletani delle teste matte.

Difficile dare un giudizio sul libro, difficile dire se è equilibrato o meno.
Il libro mostra una ferocia ed una violenza all’interno delle forze dell’ordine che soprattutto dalle mie parti moltissime persone si rifiutano di voler vedere e constatare.
Una violenza da parte delle forze di polizia che, e questo mi sembra emergere solo in modo marginale nel libro, non è (solo) una conseguenza della violenza diffusa nella società ma è frutto di una precisa politica e di una cultura insita nel cameratismo che si diffonde nelle caserme e nei palazzi del potere in generale.

Se questa recensione vi ha incuriosito e volete saperne di più, vi consiglio di leggere pure quella di opinionista e quella di nero.

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[libri] Storie: BR e Calabresi

26 Febbraio 2009 Commenti chiusi

In questa settimana di vacanza mi sono dedicato all’ozio e alla lettura. In modo particolare dopo "Tokyo anno zero" ho letto "Mi dichiaro prigioniero politico" di Giovanni Bianconi e "Spingendo la notte più in là" di Mario Calabresi.
Due libri simili ma allo stesso tempo diametralmente opposti. Simili perché entrambi i libri partendo dall’intreccio di storie personali raccontano e rendono vivi gli anni più controversi della storia italiana. Simili inoltre perché in entrambe le storie gli anni di piombo hanno cambiato le vite delle persone protagoniste dei due libri.
Sono però anche molto diversi perché quegli anni vengono narrati da due prospettive molto differenti: con le storie di 6 militanti delle Brigate Rosse nel primo libro, con il racconto di un figlio che ha perso il padre (il comissario Calabresi) in un agguato nel secondo.

"Mi dichiaro prigioniero politico" non fornisce un quadro organico della storia delle Brigate Rosse, in alcune parti mi sembra un po’ romanzato ma in compenso è di piacevole e scorrevole lettura. Ha inoltre il pregio di raccontare la storia di Maccari (il quarto uomo di Via Montalcini) di cui onestamente non sapevo nulla. Un libro che racconta storie "minori" che però forse è il modo più efficace per delineare il ritratto di un’epoca che tanta gente come me ha conosciuto e sta conoscendo leggendo storie come questa.

"Spingendo la notte più in là" racconta la storia di un figlio che gli anni di piombo l’hanno costretto a crescere senza il padre e con il peso sulle spalle di un cognome come quello che porta.
Il libro intreccia la storia della famiglia Calabresi con quelle di altre famglie vittime di attentati. Quello che più mi ha colpito è la serenità d’animo che traspare dal libro di Mario Calabresi. Un libro intriso di un naturale dolore, ma un dolore composto, mai gridato e molto discreto.

Sia il libro di Giovanni Bianconi, sia quello di Mario Calabresi, dal mio punto di vista, sono due documenti fondamentali per poter capire veramente cos’hanno rappresentato e significato quegli anni per l’Italia.

Da leggere entrambi assolutamente.
À la prochaine:)

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[Libri] “Nessuno è quello che dice di essere. Nessuno è quello che sembra…”

23 Febbraio 2009 2 commenti

Riprendo la categoria dei libri letti con Tokyo anno zero di David Peace, prima tappa di una triologia che narra e descrivere il Giappone attraverso dei casi di cronaca nera.
Il libro è ambientato tra il 1945 e il 1946 in una Tokyo e dintorni devastata dalla seconda Guerra Mondiale e dall’occupazione dei soldati americani.

Il protagonista del libro è Minami, un ispettore di polizia che non dorme senza calmanti che si procura sul mercato nero, che trascura la famiglia e i figli e si intrattiene con un’amante di nome Yuky. L’ispettore Minami, con  alcuni suoi "colleghi" è sulle tracce di un serial killer che agisce sempre con le stesse modalità e lo stesso fine: addesca ragazze in cerca di cibo o altri doni, le stupra, le massacra e le abbandona in parchi o boschi.

Lo stile narrativo è particolare. Nel testo sono infatti presenti delle onomatopee (ton-ton del rumore del martello e il tic tac -chiku-taku- dell’orologio) così come pensieri (nessuno è ciò che dice di essere) che continuano a ripetersi nel testo.

Il libro mi è piaciuto. Devo però ammettere che è stato difficile farmi una mia rappresentazione mentale del contesto all’interno del quale la trama del libro si snoda. Essendo un libro ambientato nel passato ed in un paese a me sconosciuto, mentre leggevo continuavo a chiedermi se la rappresentazione del contesto che mi ero fatto poteva essere minimamente plausibile.
Ma in fondo il bello dei romanzi è che lasciano spazio alla fantasia.


::Play list dei libri letti dall’ultima recensione sul blog::
– M. Carlotto & Mama Sabot, Perdas de Fogu
– J.G. Ballard, L’isola di cemento
– J.G. Ballard, Un gioco da bambini
– T. Terzani, Un altro giro di giostra (riletto)
– G. Pispisa, La terza metà

::Sul comodino::
– G. Bianconi, Mi dichiaro prigioniero politico
– M. Calabresi, Spingendo la notte più in là
– C Bonni, ACAB

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Facebook a corto di soldi vende i dati degli utenti

6 Febbraio 2009 Commenti chiusi


Mancava solo l’ufficializzazione di quallo che poteva essere definito un segreto di pulcinella: Facebook vende i dati degli utenti.
A quanto pare Facebook fa fatica a guadagnare dalla pubblicità che ospita sulla sue pagine e allora ha deciso di sfruttare i dati personali dei suoi iscritti, ormai arrivati a quota 150 milioni, per creare uno dei più grandi sistemi del mondo per le ricerche di mercato. Il nuovo servizio per monetizzare le informazioni che gli utenti regalano più o meno inconsapevolmente (sic!) all’azienda si chiama Engagement Ads. A dire il vero non è una novità dato che i primi test furono avviati già ad agosto 2008.

Per gli utenti di Facebook, questa funzionalità si concretizza con la presenza di sondaggi inseriti all’interno del loro feed di notizie.
Grazie al patrimonio di dati personali gestito da Facebook, alle multinazionali del marketing verrà offerta la possibilità di effettuare sondaggi mirati per valutare l’interesse dei consumatori verso nuovi prodotti, selezionando gli intervistati in base, per esempio, allo stato civile o ai loro gusti sessuali. La notizia è stata data al World Economic forum che si è svolto a fine gennaio a Davos ed è stata data per prima dal Telegraph. Qui trovate l’articolo originale, mentre a questi indirizzi gli articoli di Tiziano Fogliata e Paolo Attivissimo sul tema.


Sto seguendo in modo silente l‘interessante discussione sulla lista di hackmeeting a proposito di privacy, Facebook e altri siti di social network.
In rete le informazioni che si trovano sono moltissime. Alcune interessanti, altre invece delle emerite scempiaggini, come la trasmissione su una radio locale che mi è capitato di sentire per caso e dove un giornalista spiegava che Facebook è sicuro e protegge i tuoi dati, basta impostare bene le preferenze della privacy. Forse questo giornalista non ha sentito delle gabole che alcuni utenti hanno avuto per riuscire ad eliminare (eliminare? e chi ci crede…) il proprio account e tutte le informazioni. Forse non sa che se io una sera mi sbronzo e qualcuno presente mi fotografa e mette la foto tra i suoi album di Facebook taggandomi i suoi amici, gli amici dei suoi amici… potranno burlarsi di me e sapere pure il mio nome e cognome, il tutto senza che io abbia dato il minimo consenso (e questa sarebbe privacy?). E per terminare, sicuramente non sa che anche senza nome e cognome le informazioni sono ugualmente importanti perché se vogliono tanto chi sei con le tracce che lasciamo in rete lo vengono a sapere in 5 minuti e, ancora più importnate, perché anche senza i dati anagrafici, avere a disposizione i dati da analizzare come le persone (anche se queste hanno come nick Paolino Paperino) ad esempio reagiscono in determinate situazioni, significa avere il potere di sapere cosa succede in tempo reale nel mondo, e capire cosa lo fa cambiare… Questo perché ciò che interessa non è il singolo, ma l’individuo inserito nella comunità e in questo contesto i dati anagrafici non hanno quasi importanza.
Ci sono moltissimi altri aspetti legati ai social network che trovo sia interessante approfondire o averne almeno consapevolezza (ad esempio la distinzione tra relazioni deboli e relazioni forti e come Facebook le può influenzare). Proprio per questo ho pensato di iniziare a raccogliere un po’ di links sul tema dal mio punto di vista interessanti.

Inizio qui con un paio di articoli:


Facebook e privacy:

Criticism of Facebook, da wikipedia
Facebook Beacon, da wikipedia
Facebook Apologizes For Beacon Blunders, di Kenneth Corbin
Perche’ non mi piacciono le condizioni di uso di Facebook, di Carlo Gubitosa
Do you have Facebook? No! di Pinna


Facebook e relazioni interpesonali

Quit Facebook, di Arturo di Corinto
Eccessi e obbrobri del social networking online, di bernyblog
Il libro delle facce, di anrcosurrealisti.noblogs.org


Chi sta dietro a Facebook?

With friends like these…, di Tom Hodgkinson
Qui la traduzione italiana (un po’ approssimativa) del testo di Hodgkinson

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Altra campagna xenofoba

27 Gennaio 2009 3 commenti


Prendendo spunto dagli interessanti scatti di om sul suo blog ho deciso pure io di aprire una categoria nella quale inserire scatti fotografici dei muri delle città e azioni di subvertising.
Lo spunto viene fornito dalla campagna UDC contro il progetto di libera circolazione delle persone in votazione l’8 febbraio.
Una campagna che non ha suscitato i clamori di quella delle pecore nere [2] ma che personalmente trovo ugualmente infamante, xenofoba e di pessimo gusto.
Se si osservano i manifesti si può notare che la minaccia nera è usata anche stavolta come simbolo dell’ap­prossimarsi di eventi funesti.
Neri pennuti, resi brutti e feroci dai grafici al soldo dell’udc, sono pronti a sbranare la Confederazione, pronti ad insidiare il nostro benessere (costruito e mantenuto grazie anche al sudore dei migranti) e ad occupare i nostri posti di lavoro.
In una campagna di disinformazione non poteva naturalmente mancare l’argomento sicurezza, dove la leva sulla paura (percepita…) dei cittadini sembra essere diventata l’arma vincente e onnipresente (anche a "sinistra"…).
Lo ha detto pure un portavoce della polizia recentemente in un’intervista; è meglio barricarsi in casa e chiudere le porte a chiave, perché i tempi sono cambiati.
Magari cambiassero veramente…

 prima…

 

 

…e dopo (immagine originale qui

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Pidgin con Tor

21 Novembre 2008 2 commenti

Tor oltre ad essere utilizzato per la navigazione di pagine web può essere settato pure per il client di instant messaging Pidgin.
Ecco una brevissima guida di come l’ho configurato sulla mia Debian Lenny.

Come prima cosa dovete installare Tor:
#sudo apt-get install tor

Ora non resta che configurare Pidgin per l’uso di tor:
Andate in: Account/modifica accounti/avanzate
e inserite le seguenti informazioni:
Tipo si proxy: SOCKS 5
Host:
127.0.0.1
Porta: 9050

-


Per verificare il funzionamento di Tor provate a dare un /whois nick e vedete cosa vi da come nome utente:

-

(NB: La connessione iniziale al server sarà un’attimo più lenta rispetto a prima, ma poi le comunicazioni sincrone non ne risentiranno:) )

 

Categorie:Mondo digitale Tag:

[Libri] Scirocco

19 Ottobre 2008 Commenti chiusi

Dall’ultima volta che ho preso mano al blog per scrivere qualche cosa è passato parecchio tempo. Non che non avessi niente da scrivere, anzi, di stimoli ce ne sono stati parecchi, ma mi è mancato il tempo materiale per provare a scrivere quello che volevo. O meglio, visto che non son proprio uno stakanovista, diciamo che mi sono dedicato ad altre attività, certemante non meno importanti come quella di riflettere senza per forza agire (tra l’altro l’ozio è una vera e propria arte…:))


In questo periodo ho letto e terminato "Scirocco", di Girolamo de Michele. Sono venuto a conoscenza di questo libro grazie ad uno scambio di consigli sulle proposte di letture fatte con afroditea nel suo appartamento nella banlieue parigina una notte durante il mio interrail estivo. Lo scambio di impressioni si è poi concretizzato in uno scambio di libri: Scirocco per Confine di Stato di Simone Sarasso.
Il libro mi è piaciuto molto, la trama è decisamente intrigante:
Un gruppo di amici sulle piste di un hacker ucciso e di una nave che non è mai dove deve essere. Scoprono un’Italia segreta e mefitica, dove tira scirocco, tutte le illegalità si toccano, tutti possono tradire e forse non c’è più scampo per nessuno. Un affresco totale che fonde thriller, noir e avventura.
Una trama che si snoda tra fatti e persone per nulla immaginari, come ad esempio Mustaki (nel libro Tore Gigante) compagno tarantino morto nel 2004 e del quale si trova traccia su peacelink.

Unico neo di questa mia lettura è stato il fatto di aver impiegato troppo tempo a leggere il libro (a causa di vari impegni c’ho messo quasi un mese…) e quindi non sono riuscito a cogliere le sfumature che una lettura "full immersion" avrebbe invece evidenziato valorizzandone ancora di più il contenuto.

 

::Altro::
di Girolamo De Michele ho letto pure questo bellissimo racconto sui fatti di Genova del 2001 e pubblicato su Carmilla on line
.

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[LIP] Laboratorio di Informatica Popolare, ci siamo!

29 Settembre 2008 Commenti chiusi

Come preannunciato da om, è ormai tutto pronto per l’inizio dei corsi del Laboratorio di Informatica Popolare che si terranno presso il csoa il Molino di Lugano (per i corsi in italiano) e la scuola autogestita Denk:mal (per i corsi in tedesco).
Qui di seguito la feature che abbiamo preparato per la presentazione dei corsi su switzerland.indymedia.org
.


Per iscrizioni, informazioni e/o altro il cont@tto è: switzerland-it[at]indymedia[dot]org

 
Socializzare saperi senza fondare poteri


Partendo dalla ferma convinzione che la conoscenza non deve essere
privilegio di pochi, ma rappresenti un patrimonio dell’intera
collettività, il collettivo editoriale di Indymedia svizzera ha deciso di promuovere dei momenti di condivisione e socializzazione dei saperi in ambito informatico. Un Laboratorio di informatica popolare
[LIP] il cui approccio, in opposizione alla deriva repressiva e
commerciale delle nuove tecnologie, consiste nella promozione e nella
diffusione delle conoscenze attraverso un utilizzo critico e
consapevole degli strumenti informatici che sono diventati artefatti
pervasivi nella vita quotidiana di ogni individuo.
Questi incontri, che si terranno fra ottobre e dicembre presso il csoa il Molino di Lugano e presso il Denk:mal
di Berna, spaziano da workshop pratici a presentazioni di progetti e di
libri, fino a lezioni di carattere teorico-divulgativo.
I corsi
sono gratuiti ed aperti a tutte le persone che condividono questo modo
di approcciarsi alla tecnologia e al concetto di "libera diffusione dei
saperi".

Primo appuntamento venerdì 10 ottobre: Kaos tour con gli/le attivist* del collettivo Autistici/Inventati

::Approfondimenti::
– Il blog del LIP
– Il LIP in poche parole
– Il programma e l’elenco dei corsi a Lugano [guarda i flyer]
Appunti sparsi
– Per iscrizione corsi, cont@tti e altre informazioni guarda qui

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