Time out

14 Luglio 2009 2 commenti

"la soppressione del dolore trasforma sempre più l’individuo in un insensibile spettatore della decadenza del proprio io"
Ivan Illich, Nemesi medica, Mondadori, pag. 168

Sono a letto con un male cane! Sabato non sapevo se andare in montagna o prodigarmi con il beach soccer. Ho scelto la seconda opzione e i risultati, come si può notare dalla foto del mio piede, sono stati notevoli…
Guai a chi mi chiede ancora di giocare di giocare a calcio sulla sabbia! 🙂

[Libri] Settanta

12 Luglio 2009 Commenti chiusi


Ho appena terminato di leggere Settanta di Simone Sarasso. Aspettavo  l’uscita di questo libro con trepidazione dall’anno scorso, da quando, più o meno in questo periodo, lessi Confine di stato.

Settanta è il secondo volume della "triologia sporca" con la quale Sarasso ripercorre e romanza la storia italiana dal dopoguerra fino a tangentopoli.
Questo secondo volume è dedicato al decennio più buio e violento della storia della repubblica: gli anni settanta.

Come scritto nella splendida postfazione, nel romanzo non c’è la Storia pura, piuttosto un’inestricabile mescolanza di Storia e finzione. Anche perché raccontare la "vera" storia degli anni settata in Italia è pressoché impossibile. Nel libro infatti ci sono degli escamotage narrativi avulsi da qualsivoglia documentazione storica, che però sono serviti per tessere e rafforzare la trama: le stragi di stato, Italicus e stazione di Bologna, ad esempio, non sono bombe messe per uccidere i potenti di turno, scampati ad esse solo per un caso fortuito, questa è soltanto una "licenza" che ha reso l’evento più funzionale al racconto. Il contesto nel quale queste vicende sono narrate però è verosimile: un paese marcio, purulento, come quello descritto nel libro non è infatti molto dissimile da quello putrido in cui vivevamo.
Il mondo fasullo descritto nel romanzo non è lontano nei colori, nelle sensazioni e nelle paure degli anni di piombo. Il punto di forza di questo libro trovo stia proprio nel fatto che durante la lettura è percepibile l’odore di cordite e sangue rappreso dalla guerra sotterrnaea che per un decennio ha martoriato l’Italia, facendo respirare quest’aria anche a chi, come me, in quegli anni non era ancora nato.

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Ricetta nocino

5 Luglio 2009 2 commenti


Da circa 6/7 anni durante l’estate preparo un paio di litri di nocino.
L’autunno scorso sono riuscito a distillare una quindicina di litri di grappa e quindi quest’anno ho deciso di aumentare le dosi e fare 10 litri di nocino.

Esistono molte ricette per preparare questo liquore, quella che uso me l’ha data mio nonno. Ho provato un paio di variazioni, ma alla fine questa mi sembra la migliore:)


Ricetta per 1 litro di grappa:

– 1 l di grappa di uva americana
– 19 noci (da raccogliere prima che si formi il guscio, quindi a dipendenza del clima tra il 15 e il 20 di giugno). Ogni noce va tagliata in 4 pezzi. Se non volete andare in giro per una settimana con le dita nere, mettete dei guanti mentre le tagliate:)
– 1 pezzetto di cannella
– 3/4 chiodi di garofano
– 3/4 scorze di limone (senza il bianco)
– Far riposare al sole in un recipiente di vetro (io uso una damigiana) per 40 giorni (ogni mattina scuotere il recipiente).
– Filtrare il tutto (io uso i filtri del caffé, ci si mette parecchio, però almeno sul fondo della bottiglia non rimarranno residui)
– Far sciogliere 125 gr di zucchero in 2 dl di acqua calda.
– Unire il tutto e imbottigliare

Con i residui del filtraggio solitamente preparo il nociato (vino alle noci).
Ad agosto proporrò la ricetta

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Riprendere il filo

11 Giugno 2009 Commenti chiusi

 

Nell’ultimo mese ho dedicato all’ambito lavorativo la maggior parte del tempo che solitamente trascorro leggendo, informandomi ed oziando.
Quando si frequenta una formazione e nel contempo si hanno pure due lavori trovare il tempo per se stessi e per i propri interessi, in alcuni momenti, non è per niente evidente.
Il peggio comunque dovrebbe essere passato e mi sembra di essere uscito incolume da questo tour de force.

In questo periodo sono sorte iniziative molto interessanti. Fra tutte la ridefinizione di Scatola Nera che è diventato un podcast multimediale. All’indirizzo http://scatolanera.noblogs.org sono già presenti molte registrazioni. Sono inoltre state organizzate due serate di informazione sull’estensione della legge antihooligans (la registrazione della serata è presente su scatolanera).
Per quanto riguarda il futuro prossimo il 13 giugno al csoa ci sarà una serata di autofinanziamento per il summercamp di sport sotto l’assedio, il week end del 20-21 hackmeeting a Milano e la settimana successiva l’indymeeting svizzero in Ticino. Nel mentre dovrò anche iniziare il mio penultimo periodo di servizio civile che si protrarrà fino alla fine di agosto.
Appuntamenti che sono sicuro forniranno spunti interessantissimi. Spero solo di riuscire a cogliere tutti questi input:)

Per quanto riguarda la lettura ho letto Bravo Brandelli di Andrea Ferrari. Si tratta della seconda saga del detective milanese Andrea Brandelli che, con l’aiuto di un migrante incontrato nel libro precedente, ha il compito di individuare la misteriosa persona che sta minacciando una ballerina della Scala di Milano.
Ho inoltre avuto l’opportunità di ascoltare al pacì Gran Torino con una mitica performance dei due autori; Philopat e il Duka.
Ora sto terminando di leggere Anarchy in the UE di Alex Foti, interessante panoramica dei movimenti pink, black e green.
Il prossimo libro sarà il secondo libro della triologia sporca dell’Italia di Simone Sarasso: Settanta.

Augh!

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[Libri] Milano A. Brandelli

12 Aprile 2009 Commenti chiusi


Ho appena terminato di leggere il primo libro di Andrea Ferrari, giovane scrittore milanese.
Si tratta di un bellissimo noir ambientato nella metropoli lombarda il cui personaggio principale si chiama Andrea Brandelli, da cui il gioco di parole nel titolo del libro: "Milano A. Brandelli".

Andrea Brandelli, è un detective privato anomalo per chi è abituato a leggere le avventure di Montale nei libri di Izzo, oppure dell’Alligatore nei libri di Carlotto: non fuma, non beve, preferisce il giorno alla notte ed è laureato. L’unica cosa che accomuna Brandelli agli altri due personaggi riguarda i rapporti sentimentali problematici, che però nel caso del detective milanesi sembrano avere un epilogo promettente.
Come detto il personaggio principale del libro è Brandelli, ma la vera protagonista non poteva essere che Milano con la quale il detective ha un rapporto al limite del morboso. La ama e non riesce a tradirla facendo a meno di lei. Una città protettiva e umida, con il suo inconfondibile grigio così accogliente e così uniforme", che Brandelli attraversando le sue vie e i suoi quartieri la vive e al contempo la fa vivere.

Nel libro oltre al territorio su cui si snoda la trama c’è un altro aspetto che mi ha colpito e trovo particolarmente interessante. Riguarda il rapporto che Brandelli ha con il suo lavoro, ma che sono sicuro potrebbe essere estesa a moltissime altre categorie. Questa condizione mi sembra ben rappresentata dall’ultimo paragrafo del libro:
"Pensava sempre che la gente andando da lui finisse in un certo senso di vivere. Stavolta, aveva davvero contribuito ala fine di una vita.
Da domani sarebbe toccato alla signora Buonocore.
Vaffanculo Brandelli."


– Guarda la videointervista ad Andrea Ferrari

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[Libri] Milano è un’arma

7 Aprile 2009 Commenti chiusi


Ho appena terminato di leggere Milano è un’arma, libro che ha vinto il premio Belgioioso come miglior noir pubblicato da una piccola casa editrice.
La casa editrice in questione si chiama Eclissi. Sfogliando nel suo catalogo ho trovato diversi libri di genere noir che mi intrigano molto e che certamente finiranno nella lista dei prossimi libri da acquistare.

Ritornando a "Milano è un’arma", il libro è certamente di piacevole lettura e la trama molto intrigante e ben strutturata. È inoltre denso di aneddoti, di descrizioni di luoghi e di persone proprio come piace a me. Durante la lettura riesci a ricostruire l’atmosfera nel quale le vicende si consumano.
Ci sono però dei particolari che personalmente ho trovato un po’ caricaturali. In alcuni casi mi è sembrato che l’autore abbia voluto fare un potpurri di situazioni che Milano e non solo hanno veramente vissuto, ma in contesti differenti.
Ad esempio nel libro durante il racconto delle cariche da parte della polizia contro i manifestanti che presidiavano l’ospedale, saltano fuori corazze fatte di gomma piuma e bottiglie di pet. Chiari riferimenti a Dax e alla mattanza degli sbirri al San Paolo e al G8 di Genova per quanto riguarda le "armature". Due avvenimenti che miscelati in questo modo onestamente ai miei occhi hanno reso il racconto in alcuni suoi passaggi poco credibile. Stesso discorso vale per la scazzottata tra fasci e persone che partecipavano ad una critical mass che nel libro termina con ben 23 morti.
Come scritto nelle avvertenze però il libro, pur prendendo spunto da fatti realmente accaduti, è di pura fantasia quindi forse sono io che ho sbagliato l’approccio alla lettura immedesimandomi troppo nelle scene narrate e facendo riferimento a situazioni conosciute.

Il libro come detto mi è comunque piaciuto e ne consiglio vivamente la lettura.

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[Libri] Roma K.O.

23 Marzo 2009 Commenti chiusi

Dopo le narrazioni su Milano in "Costretti a sanguinare", la protagonista dell’ultimo libro che ho letto è Roma, raccontata in un romanzo d’amore, droga e odio di classe.

Il libro si apre con una vicenda urbana contemporanea, la rivolta contro il sindaco V. che vuole sgomberare i seimila abitanti di Corviale, che ha subito danni strutturali, in una tendopoli di Cinecittà. La rabbia degli sfollati sfocia nell’occupazione e nell’esproprio proletario dei prodotti più disparati di un grande magazzino seguita dalla successiva reazione delle forze dell’ordine.

In questo contesto si riincontrano il Duka, militante romano di lunga data e Gerardo giornalista free lance ex-compagno e pusher di coca.
Gerardo, alla ricerca di stimoli per i suoi articoli decide di registrare il Duka in una sorta di intervista narrativa. Le storie del Duka coprono vicende lontane, disparate, eppure risonanti – la nascita del tifo organizzato nella curva romanista, i primi rave party a Ibiza, il punk e la new wave, il Chiapas pre-insurrezione, Amsterdam, i Paesi Baschi, i primi centri sociali fino ad arrivare al G8 di Genova.
Un libro con un inizio ed una fine che ti spiazzano, ma paradossalmente la parte che mi è piaciuta di più è proprio quella centrale, dove il Duka, vera e propria memoria storica del movimento, racconta la street life romana.

Ho trovato parecchie analogie tra "Costretti a sanguinare" e "Roma K.O.".
Anche se ambientati in città diverse e quindi in differenti contesti, le dinamiche narrate hanno evidenti legami e gli intrecci tra vari personaggi non si contano.

Un viaggio disincantato, ironico e a tratti amaro, nella cultura underground capitolina, che vale certamente fare.

::Links::
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Presa diretta su Gaza

19 Marzo 2009 2 commenti

Ho appena finito di riguardare sul web la puntata dell’8 marzo del programma di Rai tre "Presa diretta" dedicata alla Palestina e alla disastrosa situazione di Gaza.
Sono passati poco più di due mesi dall’aggressione israeliana, ora a tenere banco sulle prime pagine dei giornali e ad aprire i telegiornali c’è il processo al pedofilo austriaco. Gaza è già dimenticata, i massacri visti in tv alla fine del 2008 sono già stati rimossi.
Tutto finito, come un gioco. Si rimettono al loro posto le pedine e si può ricominciare, come se nulla fosse accaduto. Senza nessuno strascico, senza nessuna conseguenza.
No, in guerra non funziona così e a Gaza la guerra c’è ancora. È iniziata molto prima dell’operazione piombo fuso e continua anche ora, lontano dalla ribalta dei riflettori.
A soppesare le parole non è nemmeno una guerra, è un massacro, una strage, un eccidio. Perché per fare la guerra bisogna essere in due, mentre invece in Palestina c’è una superpotenza militare che aggredisce e una popolazione che cerca di difendersi e di resistere.
Gaza non è nemmeno una prigione a cielo aperto, perché almeno in carcere l’assistenza e il cibo dovrebbero essere garantiti. A Gaza invece no! Hanno bombardato gli ospedali, hanno tenuto chiuso i valichi anche per i beni di prima necessità e tanto per essere sicuri hanno bombardato i campi coltivati all’interno della striscia. Il mare non lo bombardano dall’alto, ci pensano le motovedette israeliane a sparare ai pescatori.
Il reportage restituisce senza filtri gli orrori dell’aggressione israeliana e la sofferenza del popolo palestine. Stordisce e provoca rabbia. Guardatelo!

::Links alla puntata integrale::
Parte 1Parte 2  – Parte 3Parte 4Parte 5Parte 6Parte 7Part 8

Dopo la carovana di Sport sotto l’assedio 2007 avevamo fatto dei pannelli sul viaggio nella West Bank e a Gaza che avevamo esposto in curva e alla festa del ventennale della GBB*.
Le foto non sono un gran che. I testi presenti li trovate all’interno di questo blog nella categoria "futbol rebelde". Le foto vedrò di metterle prossimamente in rete da qualche parte.
(nb: gli sfondi dei pannelli naturalmente non li ho fatti io che sono una mazza a disegnare, ma michi)

Per vedere i pannelli ad uno ad uno guarda questo album

[Libri] Costretti a sanguinare

18 Marzo 2009 Commenti chiusi


Premetto subito che il libro mi è piaciuto molto. Un romanzo che parla dei punk e di moltissimi aspetti legati a questo mondo di cui onestamente ignoravo il legame. Do It Yourself, antimilitarismo, politica, movimenti extraparlamentari, gli anarchici del Ponte della Ghisolfa, comunicazione indipendente, femminismo. E poi accenni a Primo Moroni e alla Calusca.

Leggere un libro sull’underground milanese in un periodo così importante per questa città che nel suo desolante contesto asettico e di triste grigiore ha visto la riconquista del Cox 18 e si sta organizzando per ospitare (forse) l’edizione annuale di hackmeeting mi fa immergere in un’empatia che mi spinge a ricercare in rete tutto il materiale possibile sul Virus, sulle varie librerie, sullo stesso Philopat e Gomma, sugli Hcn e la scena punk italiana. E mi fa pure sperare che questi spiragli di luce siano il segnale di un passato non ancora assopito e che lentamente si sta riaffacciando sulla scena metropolitana.

Il titolo del libro, Costretti a sanguinare, è stato ripreso da una canzone dei Germs, gruppo punk statunitense della fine degli anni 80.
Molto particolare è lo stile con il quale Philopat comunica. Il romanzo è scritto con uno stile narrativo, senza punti né virgole, che lo rende frenetico, graffiante e soprattutto diretto. Un racconto vero che ti prende e che prende in considerazione aspetti controversi ma secondo me molto importanti come ad esempio la relazione con le droghe che se per alcuni rappresentano un mezzo, per altri sempre più finiscono per diventare il fine unico.
Legato a questo aspetto interessantissime sono le considerazioni sul concetto del "No Future" e della sua evoluzione nel corso degli anni. "Il No Future così come lo avevamo inteso fino ad allora non significava più un punto di arrivo ma un punto di partenza, non una negazione delle possibilità ma un "viviamo il presente" nella sua forma più decisa o, meglio ancora, come un rifiuto del futuro borghese e il tentativo di crearci un futuro "nostro", che concretizzasse, rendesse stabile e ampliasse quell’alterità radicale di cui si era tanto sognato. […] allora non avevamo capito, ma l’investimento dei desideri all’interno della nostra pratica politica quotidiana inconsciamente già la praticavamo. Credo sia questo il motivo per cui due o trecento soggetti radicali in tutta la città sono stati in grado di lanciare delle pratiche e dei messaggi che ancora oggi vengono condivisi da migliaia di persone".

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[Libri] Zodiac. Un giallo ecoterrorista

11 Marzo 2009 Commenti chiusi


In questi giorni ho letto Zodiac di Neal Stephenson, un giallo che ha come protagonista Sangamon Taylor, un ecologista che assieme ad altri attivisti compie azioni dimostrative e veri e propri sabotaggi contro le aziende inquinanti (i veri ecoterroristi…).
La storia è ambientata principalmente nella baia di Boston dove S.T. si aggira con il suo zodiac (quei gommoni con il motore fuoribordo) cercando di scoprire i responsabili e le cause della presenza di una sostanza super tossica nel mare.

È la prima volta che leggo un libro di Stephenson. Su wikipedia viene definito "un autore di fantascienza". Questo libro di fantascientifico ha ben poco e la storia narrata purtroppo rispecchia una triste realtà.

La lettura è stata abbastanza gradevole anche se onestamente la descrizione del protagonista e di alcuni altri personaggi in certi passaggi mi è sembrata un po’ caricaturata. Inoltre ho sempre fatto un po’ di fatica a leggere i libri della Shake (fino ad ora: L’occhio nella piramide, Cyberpunk e questo). Le pagine mi sembrano troppo dense a causa del font e del carattere utilizzato. Ma questo probabilmente è un problema mio…:)

Di Stephenson prossimamente leggerò sicuramente Snow Crash la cui trama, da quello che ho potuto leggere, mi intriga molto.

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