Home > Libri > [Libri] Nelle terre estreme

[Libri] Nelle terre estreme

14 Agosto 2008


Capita raramente che mi metta a leggere dei bestsellers, ancora meno di leggere libri dopo aver visto il film che prende spunto proprio da queste storie. Mi è successo un paio di settimane fa con Arrivederci amore ciao di Carlotto da cui è stato tratto l’omonimo film diretto da Michele Soavi e, in questi giorni, con il libro Nelle terre estreme di Jon Krakauer che ha ispirato il film Into the wild.
Per onor di cronaca Into the wild lo avevo visto un paio di mesi fa, mentre il libro l’ho letto solo in questi giorni, quindi mi è difficile fare dei paragoni tra i due prodotti, visto che nel mentre diverse parti di film sono involontariamente finite nel dimenticatoio.

L’aspetto che comunque hanno in comune e che ho apprezzato di più riguarda la storia, veramente molto umana e toccante del protagonista, Alex Supertramp (alias Chris McCandless) sulla quale si basa tutta la trama.
Sul film, rispetto a quanto letto nel libro, mi pare che alcune parti importanti ed interessanti riguardanti il carattere e la personalità del protagonista siano state trascurate (il rapporto con la famiglia, i contatti che ha intrattenuto tramite lettere con alcune delle persone che ha incontrato durante il suo viaggio).

Per quanto riguarda invece il libro, devo dire che mi ha preso parecchio e l’ho trovato molto interessante. Ho apprezzato in particolare lo stile usato dall’autore che pur spaziando dall’indagine giornalistica a parti di narrazione più romanzate è comunque riuscito a comporre un testo dove la lettura risulta molto fluida (almeno questa è la sensazione che ho avuto leggendolo).
Solo un aspetto sul finale mi ha però un po’ irritato e ha riguardato l’aver voluto a tutti costi enfatizzare il fatto che la morte di Alex non è stata dovuta ad una sua banale svista, ma ad un errore nel quale molto probabilmente pure il migliore dei botanici sarebbe incappato.
Evidenziando questo aspetto secondo me l’autore si pone in una posizione che contrasta con una delle motivazioni che hanno spinto Alex ad intraprendere il suo viaggio: la ricerca dei limiti dell’essere umano. Uno "sbaglio" innocente che gli è costato molto caro, questo è chiaro, ma forse questa sua morte tragica è lì a dimostrare che, nonostante la società cerchi a tutti i costi di portare avanti l’illusione dell’uomo immortale, ci sono dei limiti che dobbiamo accettare, senza se e senza ma.

Categorie:Libri Tag:
  1. 16 Agosto 2008 a 11:07 | #1

    Ciao Carlo!
    Grazie per questa tua chiave di lettura. Quando ho letto il libro non avevo preso in considerazione la possibilità che l’autore avesse enfatizzato la “validità dell’errore di Alex” per riconoscere “la validità della sua scelta di vita”. Può essere certamente plausibile, resta il fatto che anche in quest’ottica mi sembra di scorgere una certa “manipolazione” del personaggio Alex (l’eroina che per forza di cose deve essere sempre positiva,per intenderci). Per quanto mi riguarda, anche se avesse fatto una cazzata immane da principianti come mangiare un’Amanita muscaria, per me resterebbe certamente una persona da rispettare per quello che è stato e soprattutto per il fatto che ha cercato di vivere la sua vita con entusiasmo, passione e nel modo più coerente possibile rispetto ai suoi ideali. Se poi alcuni lettori ci avrebbero visto un cliché negativo, fatti loro. Meglio chi la vita se la vive, anche sbagliando, rispetto a chi passa la sua a giudicare in modo negativo quella degli altri.
    Per quanto riguarda la casualità degli eventi sono comunque perfettamente d’accordo con te:)

  2. 14 Agosto 2008 a 17:01 | #2

    Ciao Leo,
    credo che l’aver sottolineato che la morte di Alex non sia dovuta ad una svista o alla sua ignoranza, voglia semplicemente evitare di ridurre il personaggio ad un cliché negativo – lo sprovveduto idealista che tenta una impresa per molti versi assurda e rimane vittima proprio del suo idealismo e della sua impreparazione. In questo senso mi sembra che il riconoscere per così dire la validità di quell’errore sia un modo di riconoscere anche la validità della scelta di vita di Alex. Che il modo della sua morte abbia poi un significato morale o metafisico – cioé che stia a rappresentare i limiti umani – è lecito pensarlo, ma non mi convince. Non è una morte tragica la sua, ma casuale. Non vuole infatti essere un giudizio sulle scelte di Alex, ma è semplicemente un caso della sua vita, come i casi delle vite degli altri. Mi viene in mente Il caso di Kieslowski.
    Buone letture!
    CRC

I commenti sono chiusi.