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Perché le storie non sono mai semplicemente bianche e nere

28 Aprile 2011 Commenti chiusi

Dopo aver letto Inside Wikileaks, Hacker il richiamo della libertà e Codice libero; tre libri riguardanti il connubio tra nuove tecnologie, software libero e libertà di informazione, sono ritornato ai noir. La scelta è caduta sullo scrittore e traduttore cinese Xiaolong, di cui ho già letto Visto per Shanghai, e sul suo ultimo libro edito da Marsilio: Di seta e di sangue.

In questa nuova saga Chen, ispettore capo della polizia di Shanghai, è alle prese con un serial killer incline ai simbolismi. Il mesterioso assassino riveste infatti le sue vittime (tutte ragazze intrattenitrici all’interno di locali) con un qipao (elegante abito della tradizione mandarina), le lascia scalze, senza biancheria intima e le abbandona in strada a distanza di una settimana l’una dall’altra.
Una situazione imbarazzante per la polizia di Shanghai e per il Partito. Shanghai non si è infatti mai trovata davanti a casi di delitti commessi da un omicida seriale: quelle “sono cose che accadono solo in un paese decadente e capitalista come l’America”. Le indagini, suo malgrado, sono affidate a Chen Cao, poliziotto che ha studiato letteratura inglese all’università ed è finito a fare il poliziotto “perché la scelta personale di un lavoro non era possibile nella Cina in cui è cresciuto”.

Nel corso della sua indagine l’ispettore capo Chen tratteggia i cambiamenti avvenuti nella società cinese scovando il movente del killer proprio nel recente passato dell’era Post-mao. Un bel romanzo, pieno di citazioni e proverbi, che serve a scavare nei meccanismi politici e nella società della Cina moderna in preda alla corruzione endemica e ad affrontare la questione bruciante delle ferite lasciate aperte dalla Rivoluzione culturale.

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J.A.S.T – Un serial tv fatto di carta

3 Febbraio 2011 Commenti chiusi

J.A.S.T è un avvincente racconto che ha come caratteristica quella di essere strutturato e narrato come una serial televisivo. Una spy tale suddivisa in tre volumi racchiusi in un bellissimo cofanetto e formata da 9 episodi della durata di circa 40 minuti ciascuno.
Un esperimento narrativo ben riuscito, la cui forza sta sia nella formula, sia nei contenuti narrati.
Dall’Afghanistan al Libano, da New York a Boston, da Roma a Bologna spaziando dagli anni 80 fino al nuovo millennio. Chi ha letto la “triologia sporca dell’Italia” di Sarasso (Confine di stato, settanta e United we stand) ritroverà gli elementi caratterizzanti di quella storia: inseguimenti, sparatorie, stragi, spie, imbrogli e naturalmente segreti di stato.

In J.A.S.T il filo conduttore del romanzo è un intrigo internazionale che riguarda il furto di alcuni importanti documenti che non dovrebbero neanche esistere e invece sono conservati in una base militare del New Jersey che si intervalla con dei flashback nei quali viene raccontato il passato dei quattro agenti segreti protagonisti della storia.

In attesa di una nuova stagione di J.A.S.T o di una trasposizione in formato televiso qui c’è il link all’intervista che Sarasso ha rilasciato alla bellissima trasmissione Tabula rasa in onda su Radio Onda Rossa il lunedì alle 21.

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