Ciao Vittorio!
“Mi ostino a vivere perché anche da morto io continui a essere la causa di un disordine qualsiasi”
Sono rimasto senza parole ieri mattina quando in rete è rimbalzata la notizia della morte di Vittorio Arrigoni.
La sera prima, con sgomento e stupore, ero venuto a conoscenza del suo rapimento e, purtroppo, quello che tutti scongiuravano e ritenevano totalmente privo di senso si è avverato nel giro di poche ore.
Leggevo regolarmente il suo blog nel quale testimoniava gli orrori perpetrati da Israele contro il popolo palestinese.
Nei suoi racconti, nelle sue preziose testimonianze, non nascondeva mai gli effetti traumatici e terrorizzanti del vivere assediato in una terra percorsa e percossa dalla guerra. Raccontava con grande semplicità le paure e le tensioni dell’essere bersaglio mobile dei cecchini israeliani o vittima statistica di una bomba piovuta dal cielo.
Un compagno che faceva della solidarietà la sua arma diretta. Una solidarietà messa in atto attraverso la pratica della resistenza non violenta nella quale si riconosceva. Una solidarietà umana, e “restiamo umani” erano infatti le parole che ripeteva quasi come un mantra al termine di ogni sua corrispondenza.
Le nostre strade si sono incrociate nel 2007 quando, con la Carovana di Sport sotto l’assedio, siamo riusciti a varcare il check point di Eretz rompendo l’assedio ed entrando nella Striscia di Gaza. I fotogrammi di quei giorni, degli sguardi delle centinaia di bambini incontrati per strada, dei mutilati dell’ospedale di Alawda e delle macerie del campo di Jabalia sono indelebili nella mia mente. Immagini che, sono sicuro, erano l’energia e la motivazione che dava la forza a Vittorio e agli altri internazionali di lottare con determinazione a fianco del popolo palestinese. E il suo popolo, quello palestinese, ieri gli ha reso omaggio a Gaza City con un corteo al quale hanno partecipato oltre duemila persone.
Con la sua morte si apre una voragine di silenzio su Gaza e la Palestina. Per mantenere vivo il suo ricordo e la causa palestinese spetta a noi continuare a gridare che non c’è nulla di “naturale” in un milione di persone confinate nella piu grande prigione a cielo aperto del mondo, non c’è nulla di naturale in “piombo fuso“, nel massacro della freedom flotilla, nel costante stillicidio di morti feriti e mutilati che Israele produce, bombardando civili con uno degli eserciti più tecnologicamente avanzati del mondo!
Restiamo umani.
Cercheremo di farlo… ciao Vittorio!
Gli articoli di Manolo Luppichini , Germano Monti e Giuliana Sgrena sulla morte di Vittorio Arrigoni apparrsi oggi [16 aprile 2011] su il manifesto.
Gaza: Restiamo Umani (intervista a Vittorio Arrigoni) – parte 1
Gaza: Restiamo Umani (intervista a Vittorio Arrigoni) – parte 2