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[Libri] L’ultimo sparo

28 Febbraio 2011 Commenti chiusi

L’assurda campagna promossa dal’assessore alla cultura del Comune di Venezia, secondo cui i libri di tutti i firmatari dell’appello per la scarcerazione di Cesare Battisti del 2004, avrebbero dovuto essere rimossi dagli scaffali delle biblioteche comunali del veneto ha sorto effetti pure sulla mia persona.
Non ci ho pensato infatti due volte ad andare in libreria ed acquistare “L’ultimo sparo. Un «delinquente comune» nella guerriglia italiana”. Un romanzo “fuorilegge” di Cesare Battisti, edito da DeriveApprodi.
Ringrazio quindi Speranzon, per avermi invogliato alla lettura di questo bel romanzo che, probabilmente senza le sue sparate sulla lista nera di #rogodilibri, non avrei mai letto. Per buona pace dell’autoproclamatosi paladino della cultura antiterrorista, faccio pure presente che nella mia libreria posseggo molti dei libri che vorrebbe censurare e alcuni degli autori di questi libri fanno parte della cerchia dei miei scrittori preferiti (da Carlotto a Cacucci a Philopat passando per le avventure del Gorilla).

Il libro è introdotto da una bella introduzione di Evangelisti che contestualizza la storia poi evocata da Battisti:
“È molto difficile rievocare l’atmosfera di quegli anni, in Italia, e far capire perché la suggestione della lotta armata riuscisse a conquistare tanti adolescenti. Un contesto culturale asfittico, in cui le vie di fuga erano dominate per intero dal modello americano; una classe politica screditata come poche e destinata, di lì a quindici anni, a soccombere sotto il peso della propria corruzione; una serie interminabile di stragi impunite, messe in atto per puntellare il sistema e invocare soluzioni di forza; un fascismo strisciante e insidioso, fatto più di cinismo che di prese di posizione ideologiche, più di ottusità e di resistenza al cambiamento che di nostalgie”.

Pure essendo un romanzo, il libro ha certamente uno sfondo autobiografico. Ha il pregio di immergersi nella quotidianità della vita dei protagonisti, portando alla luce le suggestioni e le convinzioni che li guidarono alle loro scelte di intendere la militanza politica.
Grande pregio di questo libro è inoltre la franchezza con la quale l’autore narra gli avvenimenti e la capacità di analizzare in modo molto onesto situazioni che in fin dei conti hanno posto le basi della storia recente dell’Italia:
“Le storie che finiscono con la pretesa di aver compiuto le premesse del principio appartengono alla demagogia dei vincitori. I vinti, solitamente, se le trascinarono fino nella tomba. Io invece, la mia me la sono scrollata di dosso.
Espulse le cellule cancerogene, la guarigione germoglia.
Non so precisamente quando né cosa mi ha spinto a dare una svolta alla mia vita, ma in qualche modo devo essermi reso conto che ero giunto al capolinea, e questo mi ha salvato. Sono venuto fuori dal budello mortifero in cui mi ero cacciato con un semplice mutamento dell’angolo dal quale osservavo le cose. Sembra impossibile, ma succede”.