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La violenza negli stadi: un caprio espiatorio per non affrontare i problemi

6 Maggio 2008

L’inizio degli europei di calcio è alle porte e venerdì sera si sono verificati gravi scontri tra tifoserie e forze dell’ordine a Basilea e a Berna (quindi in due degli stadi nei quali si disputeranno le partite di Euro08).

Attendevo con curiosità la reazione degli organi di informazione e dei vari opinionisti in merito a quanto successo prima, durante e dopo Basilea-Zurigo e Young Boys-Xamax.
L’ambito della sicurezza infatti è stato uno degli aspetti più dibattuti e caldi nell’avvicinamento ad Euro08.
Oltre ad un numero impressionamente di poliziotti e militi che controlleranno il territorio (si parla di 15’000 militi, praticamente tutti i poliziotti svizzeri con il supporto di un migliaio di poliziotti tedeschi e francesi) sono state infatti introdotte le famose "leggi anti-hooligans" che da qualche mese sono già in vigore negli stadi svizzeri.

Queste nuove leggi, secondo i promotori e sostenitori (praticamente tutti gli schieramenti politici…) erano LA soluzione al problema della violenza negli stadi. Le voci critiche furono subito sottaciute da un bombardamento massmediatico assurdo che arrivò addirittura ad "invitare" i promotori del referendum contro queste leggi a sospendere la raccolta delle firme apostrofandoli come degli "incoscienti" e preconizzando scenari apocalittici durante Euro08 se queste nuove misure non fossero state accettate.

Ora ad un mese dall’inizio degli Europei emerge che nonostante gli strumenti repressivi messi in atto il fenomeno della "violenza da stadio" non è per nulla debellato.
Eppure le nuove leggi sono già in vigore, eppure la banca dati "hoogan" è già in funzione. Che succede?
Succede che questa è l’ennesima dimostrazione che la repressione (perché questa legge è un mero strumento di repressione) non porta a nulla, anzi! Succede poi che questa è l’ennesima dimostrazione che se si vuole capire/sbloccare/risolvere una certa situazione, quel contesto/realtà bisogna conoscerlo e viverlo! Invece no, le leggi le propongono e le fanno politicanti che allo stadio al massimo vanno ogni tanto in tribuna d’onore e che della galassia delle curve e di tutto quello che ci sta dietro non sanno nulla.
Persone che si chiedono come sia possibile che nonostante i controlli vengano introdotti torce e fumogeni… mah…

C’è però un altro aspetto legato a questa vicenda che trovo interessante evidenziare e riguarda quanto successo a Basilea.
Leggo infatti oggi su un quotidiano locale (vedi dopo) che sembrerebbero già stati individuati i colpevoli degli scontri. Si tratterebbe del gruppo di tifosi zurighesi K4. " “K4” sta per Kreis 4, uno dei quartieri di Zurigo a forte immigrazione: secondo la stampa i tifosi in questione sono cosiddetti «secondos», giovani italiani, spagnoli e jugoslavi della seconda generazione, cresciuti insieme e molto legati fra loro, spesso con un basso livello formativo. Il gruppo è composto di circa 50 ragazzi e ragazze «refrattari a qualunque terapia» , ha tagliato corto Canepa, con una propensione alla violenza «che non ha nulla a che fare con il calcio" (citazione dall’articolo che posto sotto).

Eccoli qui gli unici colpevoli! Immigrati di seconda generazione, propensi alla violenza con un basso livello di formazione scolastica che vivono in uno dei quartieri più difficili della città sulla Limmat! L’articolo infatti spiega che: "…anche gli stessi tifosi sembrano voler fare ordine in casa propria: il TagesAnzeiger di ieri riferisce che la sera stessa della partita esponenti del gruppo di hooligan “K4” sono stati malmenati da altri fan, appartenenti a frange più “tradizionali” della tifoseria del club" (citazione sempre dallo stesso articolo).

Schema classico: la divisione tra tifosi modello e teppisti.
Ma chi sarebbero le frange più tradizionali del tifo Zurighese che si sono ribellati alla violenza del gruppo K4? Viene spiegato successivamente: "…e addirittura dopo il rientro a Zurigo del treno speciale da Basilea, lontano dagli sguardi della polizia e dei giornalisti, vi sarebbero stati regolamenti di conti interni, dapprima alla stazione centrale e poi nei pressi della Sihlpost: hooligan tradizionali come i City Boys avrebbero attaccato i “K4” per «motivi pedagogici »".

Ah ecco, gli altri sarebbero i City Boys…degli stinchi di santo certamente… teste rapate precursori della moda casual che non perdono occasione per menar le mani.

Qualcuno storgerà il naso puntualizzando che City Boys, Bande Basel ed altri gruppi casuals hanno i loro "codici di condotta" e "certe cose non le fanno". Sarà anche vero. D’altra parte non è neppure mia intenzione giustificare il lancio di torce e quanto fatto all’interno dello stadio.

Voglio semplicemente far notare come in realtà complesse come le curve degli stadi la distinzione tra bianco e nero, buono e cattivo, giusto e sbagliato non servano a nulla anzi, distorgono completamente la realtà e rimpolpano stereotipi che purtroppo sono poi il terreno fertile per la consueta caccia alle streghe e ai successivi provvedimenti da parte dello stato che non hanno nessun riscontro sul territorio.

 

Già che ci sono ecco l’articolo apparso su La Regione Ticino (06.05.2008) da cui ho tratto le citazioni postate sopra.



Magistrati, club e tifosi si attivano
Dopo i disordini allo stadio di Basilea, è tempo di inchieste, nuove misure e regolamenti di conti tra fan

Zurigo – La magistratura basilese ha aperto un’inchiesta dopo i disordini avvenuti venerdì durante la partita di Super League fra la squadra renana e lo Zurigo. La procura intende identificare, sulla base dei filmati disponibili, i supporter zurighesi che hanno lanciato bengala contro i tifosi avversari: l’ipotesi di reato è esposizione a pericolo della vita altrui. Da parte sua il presidente del FC Zurigo (FCZ) Ancillo Canepa prende in considerazione l’eventualità di emanare divieti di ingresso per talune persone.
E anche gli stessi tifosi sembrano voler fare ordine in casa propria: il TagesAnzeiger di ieri riferisce che la sera stessa della partita esponenti del gruppo di hooligan “K4” – che sembra essere all’origine dei di­sordini al St.- Jakob-Park – sono stati malmenati da altri fan, appartenenti a frange più “tradizionali” della tifoseria del club.
Per trovare i colpevoli del lancio degli ordigni pirotecnici – che hanno provocato due feriti – il ministero pubblico basilese intende basarsi sulle informazioni fornite dagli specialisti del settore in seno alla polizia zurighese, ai filmati a disposizione delle televisione, nonché foto e materiale video di altri spettatori, ha spiegato Markus Melzl. Si tratta di un lavoro che durerà diverse settimane.
Secondo il presidente della Swiss Football League (la lega calcio) Peter Stadelmann i club non possono risolvere situazioni come quelle createsi a Basilea: quando volano i bengala deve intervenire la polizia, ha affermato Stadelmann in un’intervista pubblicata ieri dalla Neue Luzerner Zeitung: gli agenti devono intervenire subito, arrestando i facinorosi e permettendo così rapide condanne. Identificare i responsabili attraverso filmati richiede troppo tempo.
Da parte sua Christian Kern, direttore di “Basel United”, la società che gestisce lo stadio renano, ha chiesto nuove basi legali che permettano interventi immediati e condanne esemplari. Sul Blick lo stesso Kern respinge la critica di chi sostiene che a Basilea i controlli all’entrata non sono all’altezza. Il ricorso ai bengala non è un problema renano, bensì di tutti gli stadi svizzeri: quello che è accaduto venerdì è semplicemente il passaggio a una nuova dimensione della violenza, il lancio dei fuochi contro i tifosi avversari, «un atto criminale che va punito». Sempre secondo Kern venerdì la polizia ha però fatto bene a non intervenire sugli spalti, perché la situazione sarebbe diventata completamente incontrollabile.
A Zurigo intanto si intende analizzare in dettaglio quanto successo, ha spiegato all’Ats il presidente del FCZ Canepa. A suo avviso più che discorsi ora servono atti concreti, per esempio le proibizioni di entrare allo stadio. Il dirigente zurighese (che ieri ha convocato una riunione straordinaria del consiglio di amministrazione della società) è convinto che con il 99 per cento dei tifosi si può lavorare in modo «costruttivo» .
Con frange estreme come il “K4” non è invece possibile alcun dialogo.
“K4” sta per Kreis 4, uno dei quartieri di Zurigo a forte immigrazione: secondo la stampa i tifosi in questione sono cosiddetti «secondos», giovani italiani, spagnoli e jugoslavi della seconda generazione, cresciuti insieme e molto legati fra loro, spesso con un basso livello formativo. Il gruppo è composto di circa 50 ragazzi e ragazze «refrattari a qualunque terapia» , ha tagliato corto Canepa, con una propensione alla violenza «che non ha nulla a che fare con il calcio» . Per questo, secondo il presidente dello Zurigo, la soluzione deve essere trovata anche insieme a polizia, autorità e mondo politico. Secondo il Tages-Anzeiger la curva sud – il settore più militante della tifoseria – ha escluso dai suoi ranghi il “K4”, responsabile già in passato di atti di violenza. Venerdì dopo i lanci di ordigni pirotecnici alcuni tifosi zurighesi sono intervenuti per sedare gli animi, ma sono nati tafferugli in seno al settore FCZ. E addirittura dopo il rientro a Zurigo del treno speciale da Basilea, lontano dagli sguardi della polizia e dei giornalisti, vi sarebbero stati regolamenti di conti interni, dapprima alla stazione centrale e poi nei pressi della Sihlpost: hooligan tradizionali come i City Boys avrebbero attaccato i “K4” per «motivi pedagogici » , vale a dire per dare loro una lezione.

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