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Carovana di Sport sotto l’assedio 2007, partenza!

30 Marzo 2007

 

Partirà domani la terza edizione di SPORT SOTTO L’ASSEDIO, campagna di cooperazione sportiva nata nel 2004 dalla passione per lo sport ed in particolare per il calcio, di un gruppo di giovani frequentatori di alcune curve italiane. Nel corso degli anni questo progetto si è ampliato ed è diventato patrimonio condiviso di realtà molto differenti tra loro. Così, accanto alle tifoserie organizzate, si sono ora affiancate associazioni, società sportive, collettivi politici ed enti locali.

L’obiettivo del progetto è la promozione dello sport giovanile in Palestina, attraverso il finanziamento di infrastrutture, di campi di formazione per giovani atleti, atlete ed i loro allenatori e scambi culturali con l’Europa. Sport sotto l’assedio, con la sua presenza in Palestina vuole sostenere la tenacia ed il coraggio di chi continua ad allenarsi, correre, confrontarsi e giocare sotto il peso di un assedio militare che vuole soffocare prima di tutto la fiducia nel futuro di chi da più di 40 anni vive sotto occupazione.
Lo sport concepito non solo come attività competitiva, di prevenzione e tutela della salute, ma anche come strumento educativo di incontro, di confronto e di crescita per i cittadini, con particolare attenzione per le fasce di popolazione che vivono situazioni di disagio economico e sociale.

È interessante notare come quest’anno la partenza della carovana coincida proprio con l’entrata in vigore in Italia del nuovo decreto antiviolenza, promosso dal ministro dell’interno italiano Amato, che prendendo a pretesto la violenza ed il razzismo dei soliti noti, vuole riconquistare, normalizzare e pacificare le curve; tutte e ad ogni costo! Perché il business che sta dietro alle grandi manifestazioni e la governance del controllo sociale non ammettono anomalie. In sostanza questo nuovo decreto, che prende spunto da quello messo in atto anni fa in Inghilterra, vuole di fatto sottrarre ed anestetizzare uno degli ultimi spazi di aggregazione, soffocando pure allo stadio ogni spazio di libertà, critica e dissenso. Uno spazio sociale, le curve, che, pur nelle loro contraddizioni, rappresentano comunque un patrimonio culturale che andrebbe valorizzato nei suoi aspetti più positivi.

Come sottolineato da Jalla, una delle associazioni milanesi promotrici della carovana di Sport sotto l’assedio, c’è un modello a cui guardare che non è precisamente quello inglese, fatto di repressione e tolleranza zero contro tutto e tutti. È il “modello palestinese”. L’esempio di chi pensa e pratica l’attività sportiva in condizioni di guerra. L’esempio di quelle associazioni sportive e delle migliaia di ragazzi e ragazze che sfidano la tragica realtà quotidiana con un pallone da calcio o pallavolo, con un paio di scarpe da ginnastica o con una racchetta da ping pong.

Dal 31 marzo al 9 aprile, periodo in cui si svolgerà la carovana, accanto ai momenti dedicati al torneo sono previsti iniziative e momenti di confronto non soltanto sportivo, ma anche di carattere sociale e culturale. In particolare durante questi dieci giorni sono previsti due distinti momenti d’incontro con i giovani palestinesi. Il primo è previsto nella Striscia di Gaza, ospiti del jabalia Youth Activities Center, mentre il secondo avverrà nella città di Gerico presso il centro dell’associazione sportiva Baladna.

Se le connessioni ad internet ed il tempo lo permetteranno prometto aggiornamenti dalla carovana:)

Un calcio al pallone ed uno alla guerra!

Categorie:Sport rebelde Tag:
  1. giovannino
    11 Aprile 2007 a 11:54 | #1

    wei alanino…anche io ho il blog…
    skombussolato
    ciau ciau famm savè per le foto della palestina

    NoN C’è pAcE sEnZa GiUsTiZiA

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