[Libri] Settanta
Ho appena terminato di leggere Settanta di Simone Sarasso. Aspettavo l’uscita di questo libro con trepidazione dall’anno scorso, da quando, più o meno in questo periodo, lessi Confine di stato.
Settanta è il secondo volume della "triologia sporca" con la quale Sarasso ripercorre e romanza la storia italiana dal dopoguerra fino a tangentopoli.
Questo secondo volume è dedicato al decennio più buio e violento della storia della repubblica: gli anni settanta.
Come scritto nella splendida postfazione, nel romanzo non c’è la Storia pura, piuttosto un’inestricabile mescolanza di Storia e finzione. Anche perché raccontare la "vera" storia degli anni settata in Italia è pressoché impossibile. Nel libro infatti ci sono degli escamotage narrativi avulsi da qualsivoglia documentazione storica, che però sono serviti per tessere e rafforzare la trama: le stragi di stato, Italicus e stazione di Bologna, ad esempio, non sono bombe messe per uccidere i potenti di turno, scampati ad esse solo per un caso fortuito, questa è soltanto una "licenza" che ha reso l’evento più funzionale al racconto. Il contesto nel quale queste vicende sono narrate però è verosimile: un paese marcio, purulento, come quello descritto nel libro non è infatti molto dissimile da quello putrido in cui vivevamo.
Il mondo fasullo descritto nel romanzo non è lontano nei colori, nelle sensazioni e nelle paure degli anni di piombo. Il punto di forza di questo libro trovo stia proprio nel fatto che durante la lettura è percepibile l’odore di cordite e sangue rappreso dalla guerra sotterrnaea che per un decennio ha martoriato l’Italia, facendo respirare quest’aria anche a chi, come me, in quegli anni non era ancora nato.